Cogoleto, raccolta differenziata porta a porta e bonus-compostaggio anche per le abitazioni

Cogoleto, raccolta differenziata porta a porta e bonus-compostaggio anche per le abitazioni

(...) Valpolcevera, un immobile dove sorgeva una concessionaria di auto con l'intenzione di costruirvi un supermercato.
Il Comune di Genova che diede la concessione edilizia per la ristrutturazione dell'edificio ai precedenti proprietari non consentì il trasferimento della licenza a Esselunga per i forti condizionamenti esercitati su palazzo Tursi da Coop Liguria. Il gruppo lombardo realizzò comunque l'edificio, tuttora visibile, ma l'amministrazione comunale le disse che lì non avrebbe mai potuto aprire. Dopo cinque anni, non avendo ancora ottenuto l'autorizzazione per avviare l’attività, la società di Caprotti fu costretta a cedere l'immobile agli unici che sarebbero stati autorizzati ad aprire: a Coop Liguria. Nel 1989 Esselunga sottoscrisse un compromesso per la vendita dell'edificio ormai completamente ristrutturato. Un anno dopo il supermercato aprì con insegna Coop.
Per il racconto di questa vicenda Coop Liguria e Bruno Cordazzo, all’epoca presidente del gruppo, avevano chiesto al Tribunale di Milano di ordinare il ritiro del libro dal commercio e la distruzione di tutte le copie già distribuite e condannare Caprotti ed Esselunga al risarcimento dei danni per oltre 30 milioni.
Ieri la sentenza: tutte le richieste sono state rigettate, in particolare quelle dell’ex presidente, che si riteneva diffamato anche a livello personale. Secondo il giudice «una valutazione complessiva della parte centrale del libro interessata alla posizione della Coop Liguria non evidenzia alcuna dolosa o colposa alterazione dei fatti storici riportati e le valutazioni critiche espresse, se pur negative, non si traducono in un attacco gratuito all’immagine della Coop de della persona fisica del Cordazzo». L’unico riconoscimento fatto alla società da parte della prima Sezione del Tribunale Civile di Milano è stato un risarcimento di 50mila euro sul presupposto che Caprotti, in quanto patron di Esselunga, non potrebbe muovere critiche ai propri concorrenti. Esclusa invece la natura pubblicitaria del libro e l’idea che il volume abbia causato qualche danno economico a Coop Liguria.

Anche i coautori di «Falce e Carrello», Geminello Alvi e Stefano Filippi, e la casa editrice Marsilio sono stati scagionati da tutte le accuse. Un piccolo colpo di piccone sul dominio delle cooperative rosse nella grande distribuzione alimentare della Liguria.

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