Dalle carte dell’inchiesta sulla «cricca», a Perugia, salta fuori una nuova «lista Anemone». E, proprio in coincidenza con le polemiche politiche legate alla festa dei finiani a Mirabello, l’elenco fa riferimento a un nome eccellente, quello di Berlusconi. Nonostante la vaghezza (ci sarebbe solo un cognome) la circostanza rischia di alimentare lo scontro nel centrodestra.
I SOLDI AL GIUDICE DEL TAR
E intanto un’informativa del Ros scava su un’operazione bancaria sospetta legata all’ex presidente del Tar del Lazio, da giugno a capo del Consiglio di Stato, Pasquale De Lise. Già consultore di Propaganda Fide (qualifica condivisa con il presunto “dominus” della cricca, Angelo Balducci), De Lise non risulta indagato. L’operazione bancaria che lo vede protagonista sarebbe un versamento a suo favore risalente all’estate del 2009, per un importo di 250mila euro, effettuato da un noto avvocato amministrativista. Transazione finita tra le «sos» di Bankitalia e, quindi, all’attenzione degli inquirenti. Che ora, alla luce di quel versamento, starebbero riascoltando le intercettazioni del magistrato contabile e di suo genero, l’avvocato Fabrizio Leozappa. Tra queste, una del 12 ottobre del 2009 tra De Lise e Balducci, a pochi giorni dalla bocciatura del ricorso con il quale l’associazione ambientalista «Italia Nostra» voleva fermare il via libera all’espansione dei circoli romani in vista dei mondiali di nuoto.
IL NUOVO ELENCO E IL COGNOME DEL PREMIER
Da uno dei computer di Stefano Gazzani, commercialista dell’imprenditore romano Diego Anemone, sarebbe saltata fuori un’altra presunta «lista lavori» riferibile al gruppo. A differenza della «celebre» prima lista, quella che conteneva molti nomi eccellenti, spesso con date, indirizzi e altri dettagli, l’ultimo elenco sarebbe più breve (in tutto un centinaio di nomi) e più sintetico. Molti dei nomi sono gli stessi già emersi nelle precedenti «liste Anemone», ma c’è da scommettere che questa attirerà l’interesse di pm e inquirenti (e, appunto, le polemiche politiche) perché c’è il nome di Berlusconi. Silvio o Paolo? Il laconico elenco non specificherebbe null’altro. C’è il precedente sul nome del fratello del premier, Paolo: finì in un’informativa del Ros dello scorso autunno, piombata sui giornali a febbraio scorso, nella quale venivano riportate un paio di intercettazioni tra Paolo Berlusconi, Angelo Balducci e Fabio De Santis. Berlusconi, ad autunno 2008, chiedeva notizie sulla relazione al Consiglio superiore dei lavori pubblici relativa a una specie di autovelox per il calcolo della velocità media sulle strade che andava omologato.
LA BRAMBILLA E LE GRANDI OPERE
Intanto filtra dagli inquirenti un’intercettazione, assolutamente ininfluente ai fini dell’inchiesta, che riguarderebbe il ministro del Turismo, Maria Vittoria Brambilla. Un mese dopo il giuramento come sottosegretario (la nomina a ministro arriverà solo a maggio del 2009), viene intercettata Fabiola Santini, oggi assessore regionale nel Lazio con Renata Polverini, all’epoca segretaria personale del ministro per lo Sviluppo Economico Claudio Scajola. La Santini è stata ascoltata mentre parla per telefono con Angelo Balducci per prendere un appuntamento, e Balducci le riferisce dell’intenzione della Brambilla di chiedere a Scajola alcune deleghe relative alle grandi opere, creando una nuova direzione generale ad hoc. Prospettiva che Balducci non approva: «Questa cosa non si può fare, perché va direttamente contro Letta e Bertolaso».
QUELLA NOTA DI SEPE PER LUNARDI
Infine, nella relazione con cui il Collegio per i reati ministeriali presso il Tribunale di Perugia ha ordinato la trasmissione alla Camera degli atti relativi al coinvolgimento dell’ex ministro Pietro Lunardi, salta fuori un nuovo elemento sulla vicenda per cui l’ex titolare delle Infrastrutture è indagato insieme al cardinale Crescenzio Sepe. Come noto, per la procura Lunardi avrebbe acquistato una palazzina nel centro di Roma da Propaganda Fide, pagandola a un prezzo di favore, concedendo in cambio alla congregazione allora diretta da Sepe un finanziamento di 2,5 milioni di euro dalla Arcus per realizzare un museo, ma «in difetto dei presupposti», secondo gli inquirenti.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.