Col Policlinico autonomo stop agli stipendi «d’oro»

«Striscia la notizia» consegna un tapiro d’oro al presidente della Regione Piero Marrazzo

Via libera all’autonomia del Policlinico dall’Università. Si canta vittoria all’Umberto I dopo le dichiarazioni del ministro della Salute Livia Turco che, di concerto con il suo omologo all’Università e ricerca Fabio Mussi, ha attribuito alle neocostituite aziende «integrate ospedaliero-universitarie» la proprietà degli stabili ospitanti le strutture sanitarie, tra i quali figurano anche gli edifici immobili dell’Umberto I. Questo consentirà il passaggio gestionale dell’ospedale alla Regione con l’estromissione della Sapienza dalle politiche assistenziali. Vincolo che potrebbe fare riconsiderare tutti i contratti siglati dai vertici dell’ateneo che interessano, nella parte economica, l’ospedale nel suo complesso. Potrebbe valere il binomio nuova azienda, nuova stipula contrattuale. Perché in pratica si darà il via - meglio tardi che mai - all’attuazione del decreto legislativo 517 del ’99 che regola i rapporti tra sistema universitario e servizio sanitario nazionale. Non a caso tra questi ricade pure la nomina del direttore generale del nosocomio che deve essere scelto dall’ente regione e non dall’Università come invece è accaduto. Lo stesso decreto prevede che l’ammontare dello stipendio annuale del manager dev’essere stabilito dalla Regione. Negli ultimi due anni, però, della normativa in questione s’erano perse le tracce: la giunta ulivista quando si trattò di sottoscrivere quel documento non chiuse solo un occhio, ma tutti e due consentendo la firma del contratto del direttore Ubaldo Montaguti al rettore della Sapienza Renato Guarini. Un escamotage che permise di stipulare un contratto quinquennale per 207mila euro con tanto di indennità di risultato aggiuntiva del 30 per cento. Altri 62mila euro. Quando poi per i direttori generali di Asl e aziende ospedaliere la legge stabilisce un massimo di 155mila euro e 20 per cento sul raggiungimento obiettivi. Questa generale sbadataggine della giunta Marrazzo consentì di stipulare, a cascata, contratti più opulenti anche a direttore amministrativo e sanitario che, per legge dovrebbero percepire il 20 per cento in meno del general manager. Quel 20 per cento sarebbe conguagliato sui 155mila euro. Manco a dirlo invece: costoro percepiscono complessivamente 215mila euro all’anno.
Perciò gli emolumenti dei vertici del Policlinico potrebbero essere rivisti a causa della stipula di contratti ex novo. Facendo un passo indietro, i manager nominati sotto la giunta Storace portavano a casa emolumenti di gran lunga inferiori agli odierni. Altro che storie, come vorrebbe far credere l’assessore alla Sanità Augusto Battaglia dopo parlato dell’esistenza del decreto sull’autonomia dei policlinici accusando la giunta di centrodestra di «non aver attuato il decreto del 1999 sul funzionamento dei policlinici universitari» cosicché assicura «in futuro, se ci sarà la collaborazione di tutti il caso del Policlinico non si ripeterà». Non si fa attendere la risposta dell’opposizione regionale. Il vicepresidente della commissione Sanità Stefano De Lillo parla delle conseguenze del trasferimento immobiliare da Demanio a Policlinico «dove, un simile terremoto amministrativo sui destini del personale, oltreché sulla funzionalità dei servizi, costituiscono una questione molto delicata sulla quale la giunta deve dare concrete garanzie». Per Massimiliano Maselli (Udc) invece è importante che «la ricerca affannosa di una soluzione per il futuro dell’ospedale non serva a far calare un velo di silenzio sul vero responsabile del degrado della struttura ossia il direttore generale».


E intanto Striscia la notizia ha consegnato il tapiro d’oro al presidente della Regione Piero Marrazzo per lo scandalo del Policlinico. «Sono “attapirato” ma anche indignato e seriamente preoccupato», ha commentato il governatore del Lazio.

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