Luigi Cucchi
da Bruxelles
Linfarto del miocardio e lictus cerebrale minacciano di travolgere lEuropa sanitaria e tra quindici anno possono diventare un problema ingestibile. Un vero allarme è diffuso tra gli epidemiologi europei, confermato dai risultati di una indagine, presentata oggi a Bruxelles. È stata realizzata da «Stockholm - Network», unassociazione indipendente formata da 130 ricercatori europei, di cui è direttore Helen Disney, studiosa di politica sanitaria, attiva nel Social Market Foundation, una fondazione inglese con sede a Westminster. Tra i ricercatori di spicco di questo network europeo, vi sono i professori Guy De Backer, cardiologo, direttore del dipartimento di sanità pubblica presso luniversità di Ghent in Belgio, e Terje Pedersen, direttore del Centro di medicina preventiva presso lospedale universitario di Ulleval di Oslo.
In Europa denuncia lindagine presentata a Bruxelles - le malattie cardiovascolari non sono combattute con la necessaria energia. Ciò che si sta facendo risulta poi totalmente inadeguato se si guarda al futuro e allimpatto che queste patologie avranno tra pochi anni. Lipertensione, il fumo, lobesità, gli alti livelli di colesterolo, minano la vita di milioni di persone e la società. Nei 25 Paesi dellUnione Europea le patologie cardiache provocano 1,9 milioni di decessi lanno. A partire dai 40 anni il rischio di sviluppare una cardiopatia ischemica nei Paesi occidentali è del 50% per gli uomini e del 33% per le donne. Linvecchiamento della popolazione fa crescere i cardiopatici. Entro il 2020, negli Stati membri dellUnione europea, il 20% della popolazione, avrà unetà superiore a 60 anni, rispetto al 15% registrato nel 2005. I costi totali connessi al trattamento delle cardiopatie esploderanno in tutta Europa. Già oggi raggiungono i 169 miliardi di euro lanno, di cui 105 miliardi per il trattamento diretto e 64 miliardi per la perdita di produttività e lassistenza indiretta, precisa lindagine dello Stockholm Network, ricordando che è di 90mila euro la spesa complessiva pro capite annua. In base allattuale tendenza, il costo delle malattie cardiovascolari crescerà annualmente in Europa di 4,5 miliardi di euro ed entro il 2020 sarà superiore allattuale di ben 64 miliardi di euro, raggiungerà i 233 miliardi di euro, quasi 466mila miliardi delle vecchie lire. La nuova frontiera per ridurre il tasso di cardiopatie è rappresentato secondo i ricercatori dello Stockholm Network - dalla lotta senza quartiere al colesterolo, che va condotta sia per salvare milioni di vite, sia per evitare ai bilanci sanitari dei Paesi dellUnione Europea il superamento dei limiti sostenibili, cioè la bancarotta.
Anche linnalzamento delletà pensionabile fino a 68 o 70-73 anni, ipotizzato da alcuni governi europei per colmare la mancanza di risorse finanziarie, non sarà perseguibile in modo generalizzato per il crescente numero di persone obese, cardiopatiche o sofferenti di altre malattie croniche, impossibilitate a svolgere qualsiasi attività. Nei 29 Paesi dellUnione Europea e in quelli di prossima adesione è previsto un aumento dei soggetti diabetici dai 23 milioni del Duemila ai 34 milioni entro il 2020. Solo tra i diabetici, ictus e infarti del miocardio colpiranno il 10% di questi malati, provocando tre milioni di decessi (di cui 500mila in Italia). In Italia la situazione è preoccupante. Un italiano su due ha il colesterolo troppo alto, ha ricordato a Bruxelles il professor Alberico Catapano, cattedra di farmacologia allUniversità di Milano (ha partecipato al controllo scientifico di questa indagine). Laspetto ancor più allarmante denuncia Catapano è rappresentato dalla grave superficialità delle persone con alto colesterolo che seguono i trattamenti prescritti dai medici solo per 3-4 mesi. Dopo 6-8 mesi ben il 50% li interrompe e dopo due anni solo il 22% li rispetta. Anche il 35% di coloro che hanno già subito un infarto non si attiene alle prescrizioni dopo sei mesi e meno del 45% dopo un anno.
I sistemi sanitari attuali vanno riformati se vogliamo evitare che tra due decenni ogni lavoratore debba farsi carico dellassistenza medica di un anziano, realtà improponibile. Obbiettivo quindi: una popolazione di soggetti più sani, soprattutto in età avanzata. La spesa sanitaria non potrà far fronte ad un esercito di obesicardiopatici-diabetici.
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