Il collasso dell’Armata rossa evitato dagli aiuti Usa

Egregio signor Granzotto, pur condividendo lo spirito della sua risposta del 21 maggio, non tutto quello che dice corrisponde al vero. Le basti ricordare che delle 107 divisioni tedesche che mediamente erano in linea, mai più di 20 furono impiegate sul fronte occidentale, Italia e Francia. Non voglio negare il grande sforzo compiuto dagli alleati, specialmente economico, ma questo, secondo una filosofia opposta a quelle di Hitler e Stalin, era rivolta a risparmiare la vita al maggior numero di propri soldati. Le faccio tre esempi: la corsa a Berlino sarebbe stata facilmente vinta da Patton, ma poi si sarebbe dovuto conquistare la città casa per casa con enorme dispendio di vite a guerra già vinta, una città destinata ai russi dalla conferenza di Yalta, e allora 200.000 soldati russi contro 110.000 tedeschi hanno avuto l'onore di morire per piantare la bandiera sul Reichstag (falso fotografico come quello di Iwo Jima).
A Stalingrado i tedeschi erano circa 260.000 e 91.000 si arresero (solo 6.000 tornarono a casa a guerra finita), i russi ebbero 450.000 soldati morti, di cui 35.000 ripeto 35.000 fucilati dalla polizia politica, più i civili ai quali fu impedita l'evacuazione. A Omaha Beach, unica spiaggia dove ci fu una vera e propria battaglia e passata alla storia come un macello, gli Americani ebbero 2.500 morti. Per rendere meglio le idee gli Americani ebbero in tutta la guerra circa 350.000 morti, di cui gran parte a Okinawa, Iwo Jima e Guadalcanal. Non è esatto dire che i russi siano stati salvati dagli aiuti anglo americani, essi furono non più del 10 % di quanto prodotto dall'industria russa trasferita al di là degli Urali.
Ultima cosa e chiudo, non tutti sanno che sfondando il fronte il generale Patton aveva vinto la guerra a settembre 1944: arrivato a Metz non aveva più soldati davanti fino a Varsavia, ma fu fermato e gli fu negato il carburante necessario per l'avanzata in quanto serviva a Montgomery per conquistare Anversa, e le basi da cui partivano le V1 contro Londra. I tedeschi ebbero così il tempo di chiudere la breccia e riformare il fronte che crollò solo il 31 marzo 1945. Questo perché la guerra fu molto più politica di quello che ci è stato raccontato dalla vulgata di sinistra e dalla cinematografia Hollywoodiana.


Mi scusi, caro de Galleani, ma mi sembra un po' superficiale ridurre tutto alla burocratica contabilità dei caduti in battaglia per poi concluderne che chi più ne vanta, più ha meritato. Era l'enunciato di Stalin (fatto proprio dalla sinistra italiana): abbiamo avuto 20 milioni di morti, quindi la guerra l'abbiamo vinta noi. Lo stesso vale per il computo delle divisioni tedesche: all'inizio solo poche erano schierate sul fronte occidentale, nessuno lo nega, ma ciò per il semplice fatto che dopo la caduta di Parigi quel fronte non esisteva più.
Si riaprì il 6 giugno 1944, con lo sbarco in Normandia. Se poi le sembra che gli aiuti forniti dall'America all'Urss nel corso della Operazione Barbarossa fossero insignificanti, sappia che non la pensava così Stalin il quale più volte sollecitò Roosevelt (carta canta) a intensificarli per prevenire il collasso dell'Armata rossa. Infine, se nel settembre del '44 Patton avrebbe potuto metter fine al conflitto europeo, Hitler la vittoria l'ebbe in pugno già nel maggio del 1940, a Dunkerque.
Gli sarebbe bastato autorizzare Guderian a sferrare il colpo di grazia. Invece ordinò al generale di soprassedere consentendo a 338.266 soldati inglesi e francesi di riparare in Inghilterra permettendole di rimanere in gioco con tutti i guai che per il nazismo ciò rappresentò.

(Nel frattempo, mentre il Führer se ne faceva un boccone dell'Europa, Baffone stava a guardare).

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