È probabile che l'idea di imporre un'ulteriore aliquota del 45% per i redditi superiori a 150.000 euro per finanziare sgravi in favore degli ultrasettantacinquenni venga accantonata, ma è emblematica dell'idea guida sottostante questa Finanziaria ed ha una coerenza equivalente al mettere una tassa sul Trentino per finanziare il Molise. L'idea che guida la maggioranza (ma è ancora maggioranza?) è quella di contrapporre categorie sociali senza alcuna logica di equità ed ottimizzazione di gettito, contando sul facile consenso ma creando le basi per la lotta di classe.
Si tratta di una strategia allineata con le aspettative ideali dell'ortodossia comunista, ma estremamente pericolosa che porterà i suoi frutti avvelenati in un tessuto sociale come quello italiano, storicamente lacerato e incline alla divisione. Il gettito riveniente dalla rimodulazione delle aliquote Irpef, comprendendovi la supertassa sui pochissimi «dichiaranti» è pari a solo 500 milioni di euro, vale a dire la stessa cifra che si otterrebbe vendendo lo 0,5% dell'Enel del 20% ancora in possesso del Tesoro, quindi non c'è nessuna necessità o urgenza di porre in essere simili misure. In realtà si tratta di una manovra puramente politica che muove più di 7 miliardi di euro fuori dai pochissimi che dichiarano redditi medi verso quei tantissimi che dichiarano redditi bassi, senza premurarsi di accertare se le dichiarazioni siano affidabili o meno, anzi... inondando il pubblico di statistiche atte a provare la diffusione capillare dell'evasione.
Nessuno andrà più in macchina? Tanto meglio... intanto passa l'idea che la proprietà è una colpa, e che importa se sia frutto di attività onesta e i redditi siano dichiarati, anzi...
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