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La colpevole confusione dietro il blitz fallito a Sokoto è solo l’ultimo capitolo

LondraSembrano sempre più simili alla loro caricatura cinematografica, l'esilarante Johnny English, gli 007 di Sua Maestà. Peccato che nella realtà ci sia ben poco da ridere. Se sullo schermo il James Bond maldestro e pasticcione fa tenerezza, nelle vicende internazionali è tutta un'altra storia.
Il fallito blitz in Nigeria non è che l'ultimo dei pasticci combinati negli ultimi dieci anni dagli agenti segreti britannici. Il loro comportamento in questo caso rimane ancora tutto da chiarire. Ci si domanda che cosa sia andato storto e perché. Non si tratta infatti soltanto di un problema di comunicazione mancata tra Gran Bretagna e Italia, ma anche di gestione della crisi che preoccupa. Sembra che le forze speciali britanniche seguissero da tempo le mosse dei rapitori di Chris McManus e Franco Lamolinara, che ci fossero stati dei passi avanti nelle trattative. Pare addirittura che una parte del riscatto fosse già stata pagata.
Quale informazioni dunque hanno indotto i servizi inglesi ad agire facendo poi uccidere un loro e un nostro connazionale? È chiaro che molte cose sono state malinterpretate, che dei dettagli sono sfuggiti, che la situazione non era per nulla sotto controllo.
Del resto, che le spie della Regina non siano più quelle di un tempo è un fatto ormai risaputo. Gli 007 di oggi, oltre a trovarsi perennemente sotto organico, sembrano essersi trasformati sempre più in passacarte sbadatoni piuttosto che in uomini pronti all'azione. Basti pensare che in diciotto mesi il ministero della Difesa a causa loro è riuscito a perdersi 280 notebook, più dischi fissi, unità di backup, cellulari, documenti importanti per la sicurezza nazionale. Gli agenti li hanno abbandonati sui sedili dei treni, nelle cabine telefoniche, perfino sulle panchine di qualche ameno parco londinese.
Nel 2008 un agente riuscì a dimenticarsi un documento con le informazioni su un'operazione top-secret a bordo di un bus colombiano, gettando nel caos la lotta ai narcotrafficanti.
Perfino il capo dell'anti-terrorismo di Scotland Yard fu costretto a dimettersi perché immortalato dai giornalisti sulla soglia del numero 10 di Downing Street con in mano un faldone di documenti «strettamente confidenziali»: e purtroppo per lui leggibilissimi ingrandendo le fotografie.
Ma non basta, anche sul campo gli errori grossolani non si contano nemmeno più. Secondo quanto riferisce un articolo di Al Jazeera, in passato l'agenzia MI6 avrebbe pagato un uomo ritenuto vicino ai vertici talebani che poi si è rivelato un impostore. L'uomo, sarebbe stato rimpinzato di migliaia di dollari perché ritenuto un ex ministro del governo talebano mentre poi è emerso che era soltanto una pedina minore, un negoziatore di poca importanza.
I servizi di sicurezza sono stati inoltre accusati più volte di aver sottovalutato dettagli importanti che avrebbero potuto evitare gli attentati alla metropolitana di Londra del 2007. Intercettazioni di dialoghi che facevano pensare al peggio, personaggi sospetti già nel mirino degli agenti da tempo che poi sono stati persi di vista.


Persino una moglie imprudente e troppo orgogliosa è riuscita a mettere nei guai il marito, appena nominato capo dell'MI6. È accaduto nel 2006 a John Sawers che, fresco di nomina, si è visto fotografato su facebook con tanto di immagini e dettagli personali. Inutile dire che si è bruciato la carriera...

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