Cera una volta un Comune che il 20 ottobre mandò alle redazioni dei giornali un comunicato per spiegare che «in conseguenza del brusco abbassamento delle temperature, il sindaco ha firmato il provvedimento che autorizza laccensione degli impianti fino a lunedì 24 e per sei ore al giorno». Oddio, non che il freddo fosse drammatico (si parlava pur sempre di undici gradi) e laccensione non era obbligatoria, ma poteva anche starci. Il problema è che, poco dopo lordinanza di Tursi, le temperature iniziarono a salire moltissimo, fino a raggiungere il livello più alto della storia per il mese di ottobre. Tanto per capirci, nonostante quel picco negativo del 20, la media dal primo al 26 di ottobre fu di 17 gradi e, in particolare, dal 9 al 16 e dal 22 al 26 si superarono i 20 gradi, con una punta di 24 il primo del mese. Insomma, lottobre più caldo della storia. Ma, complice lordinanza, soprattutto gli amministratori di condominio non si lasciarono sfuggire loccasione per pompare al massimo caldaie e caloriferi.
Intendiamoci, non siamo diventati statistici della metereologia. A quello ci pensa il nostro Sergio Del Ponte, impegnato tutto il giorno a fare rilevazioni. Ma ricordare questo episodio è illuminante, soprattutto in questi giorni in cui un grado in più o in meno e unora in più o in meno di accensione sembrano questione di vita o di morte. Il vizio della memoria, che ci piace coltivare, vale sempre, anche sulle piccole cose, come queste.
E sinceramente fa sorridere sentire i soloni unionisti del risparmio energetico e delle energie alternative, purchè non si nomini il nucleare, parlare in questi giorni dopo che hanno taciuto allora. Un silenzio che ci aveva particolarmente sorpreso visto che lo scorso anno, quando faceva freddo davvero, a Tursi si guardarono bene dallemettere lordinanza di accensione dei caloriferi, spiegando i vantaggi dellausterità, dei doveri civici e del risparmio di gasolio.
Insomma, quelle due inutili ordinanze di ottobre - complice latteggiamento sbagliato di molti amministratori di condominio - oggi pesano doppiamente. Perchè, comunque la si veda, o sono sbagliati oggi gli appelli ulivisti al risparmio energetico e le accuse al governo sul decalogo che sarà presentato oggi a Genova dal ministro delle Attività Produttive Claudio Scajola e dal prefetto Giuseppe Romano. Oppure, sono sbagliati i comportamenti leggeri di fine ottobre, quando il Comune non vigilò (e, anzi, facilitò) lo spreco di energia con il permesso di accendere i caloriferi nonostante le temperature record. O - ed è la più probabile - il centrosinistra sbagliò a ottobre e continua a sbagliare oggi.
P.S. Solo i lettori del Giornale di Genova e della Liguria hanno avuto lopportunità di leggere questa storia. Ma questa, ormai, non è più una notizia.
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