Politica

«Un colpo di acceleratore alle misure annunciate»

L’Europa è ancora indietro nella preparazione dei piani di rilancio dell’economia, che si trova in recessione a causa della crisi finanziaria. Da una stima preliminare, spiega il commissario Ue agli Affari economici Joaquin Almunia, l’impatto dei piani finora presentati da 18 Paesi membri non supererà lo 0,8-0,9% del Pil di Eurolandia. L’obiettivo del piano di rilancio complessivo approvato dalla commissione è di raggiungere l’1,2% del Pil europeo, circa 170 miliardi di euro. «Le misure annunciate dai governi per contenere le turbolenze finanziarie - aggiunge a sua volta il presidente della Bce, Jean-Claude Trichet - devono essere attuate rapidamente per riportare fiducia nei mercati e prevenire la stretta sul credito», ma anche le banche «devono assumersi le loro responsabilità».
In due audizioni al Parlamento europeo, il commissario all’Economia e il presidente della Bce hanno spronato i governi ad agire rapidamente per fronteggiare il contagio della crisi finanziaria sull’economia reale. La situazione resta difficile: «Ci sono grandi rischi per la crescita economica», ha detto Trichet. I pacchetti di stimolo sono al di sotto del livello che la commissione si aspettava e alcuni governi, ha accusato Almunia, «pensano di fare da soli piuttosto che coordinarsi con gli altri, e sbagliano di grosso. Se non si vuole che gli altri Paesi traggano beneficio dagli sforzi di ciascuno, allora perderemo tutti», ha osservato il commissario. Il piano di rilancio dell’economia europea sarà discusso dai capi di Stato e di governo a metà settimana: ieri, a Londra, ne hanno parlato il presidente francese Nicolas Sarkozy e il premier britannico Gordon Brown, insieme col presidente della commissione, Manuel Durao Barroso.
A pochi giorni dal corposo taglio dei tassi d’interesse nella zona euro, il presidente della Bce ha osservato che potrebbero verificarsi ulteriori ribassi dei prezzi delle materie prime, con effetti positivi sull’inflazione.

Infine, Trichet ha detto di non essere favorevole all’emissione di obbligazioni europee per finanziare le infrastrutture.

Commenti