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Colpo alla 'ndrangheta, arrestato il boss Tegano Applausi della folla in procura: "Uomo di pace"

Arrestato a Reggio Calabria il boss Giovanni Tegano: Era nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi. Ora sconterà l'ergastolo. Davanti alla procura in 500 lo applaudono: "Uomo di pace". Il questore: "Molto brutto". Questa sera una manifestazione a sostegno delle forze dell'ordine

Colpo alla 'ndrangheta, arrestato il boss Tegano 
Applausi della folla in procura: "Uomo di pace"

Reggio Calabria - In manette il boss della 'ndrangheta Giovanni Tegano. L'uomo, 70 anni, è stato arrestato ieri sera a Reggio Calabria dagli agenti della squadra mobile. Con l'arresto di Tegano i poliziotti diretti da Renato Cortese hanno inferto un ulteriore duro colpo alle cosche della 'ndrangheta. Ma molte persone davanti alla procura hanno applaudito il boss: "E' un uomo di pace". Immediata la reazione della la città che si è mobilitata a fianco dei magistrati e delle forze dell’ordine. Per questa sera alle 20 l’associazione "Reggio non tace" ha promosso una manifestazione di solidareità.

L'arresto del super latitante Tegano era inserito nell'elenco dei 30 latitanti più pericolosi del ministero dell'interno. Nella tarda serata gli investigatori hanno fatto irruzione in una abitazione a Perretti. Nell'appartamento è stato trovato Tegano in compagnia di altre persone che non hanno opposto resistenza. I poliziotti hanno provveduto all'identificazione di tutti i presenti e successivamente li hanno arrestati. Sulle modalità dell'arresto gli agenti mantengono il massimo riserbo perché sono in corso ancora una serie di accertamenti e verifiche.

Applausi davanti alla procura Prima i timidi applausi di un gruppo di persone radunate davanti alla Questura, poi la frase pronunciata da una donna: "Tegano uomo di pace" a cui il boss ha risposto con un cenno di saluto. Diverse decine i "fans" che lo attendevano davanti alla Questura. Tegano, inserito nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi, era ricercato dal 1993. Stamani i giornali locali, per evidenziarne la caratura criminale, lo definiscono "il Riina calabrese". 

Il questore: "Fatto brutto" "È un fatto molto brutto vedere che a Reggio Calabria si applauda Tegano". Questo il commento del questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona. "L’arresto segna un giorno importante per chi tifa per la legalità. Oggi si chiude un capitolo veramente importante, una pagina oscura e nera per la storia civile di Reggio Calabria. Sono rimasto però esterrefatto perché circa 500 persone hanno salutato con un applauso l’uscita dalla questura di Tegano e non invece gli uomini e le donne della polizia di Stato che sono riusciti a catturarlo dopo anni e anni di latitanza. Noi continueremo a lavorare anche sul piano culturale perché è insopportabile vedere che un calabrese possa vivere applaudendo un mafioso. Lavoreremo quindi di più per entrare meglio nel cuore della gente".

Rammarico di Pignatone È visibilmente rammaricato il procuratore capo della Repubblica, Giuseppe Pignatone: "Sono venuti ad applaudire un latitante condannato all’ergastolo, ma c’è sicuramente una stragrande maggioranza di calabresi che non ha voce per mancanza di strumenti o per paura. Voglio ancora una volta dire che manca un’adeguata attenzione da parte degli organi di informazione locali e nazionali che non sempre raccontano i fatti positivi che pur si verificano in questa realtà. Io spero che si arrivi al momento in cui gli applausi saranno rivolti invece agli uomini e alle forze dello Stato".

Manifestazione per la polizia Dopo gli applausi la città si mobilita a fianco dei magistrati e delle forze dell’ordine. Per questa sera alle 20 l’associazione "Reggio non tace" ha promosso una manifestazione di solidareità per il lavoro svolto dal questore e dalla magistratura reggina. L’appuntamento è davanti agli uffici della questura della città dello Stretto. Un invito a manifestare a sostegno delle forze dell’ordine arriva anche da Giovanna D’Agostino, coordinatrice Idv di Reggio Calabria: "Da calabrese dissento totalmente da tale infimo e viscido comportamento, e mi schiero dalla parte della legalità invitando tutti i giovani e i cittadini come me, con un cuore ed un animo puro e alieno da brutture e corruzioni, a trovarsi alle 12 di domani dinanzi la questura per urlare, lontani dalle logiche partitiche, la nostra voglia di riscatto".

Condannato all'ergastolo Tegano deve scontare una condanna all'ergastolo per omicidio ma è destinatario anche di una serie di provvedimenti restrittivi per i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, traffico di armi ed altro. Il 13 luglio del 1995 erano state diramate le ricerche in campo internazionale. Per gli investigatori Giovanni Tegano è ritenuto un boss di "alto spessore della 'ndrangheta". Gli investigatori da diverso tempo gli davano la caccia non esitano a ricordare che il "nome dei Tegano è legato alla guerra di mafia che ha mietuto tantissime vittime". Le cosche contrapposte nella guerra di mafia durata dall'ottobre '85 all'estate del '91 erano da una parte i De Stefano, Tegano, Libri, Latella, Barreca, Paviglianiti, Zito, dall'altra Imerti, Saraceno, Condello, Fontana, Serraino, Rosmini. Nella guerra di mafia furono uccise oltre seicento persone. Dopo la notizia dell'arresto il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni, si è congratulato con il Capo della polizia Antonio Manganelli.

La cattura di Tegano, ha sottolineato Maroni "è il colpo più duro che si potesse infliggere oggi alla 'ndrangheta essendo il numero uno dei ricercati calabresi".

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