Diciamo la verità, i teatri sono sempre stati pieni di racchie. Nel pubblico ridondavano donne con capigliature vaporose e gioielli da televendite, uomini con l’appeal di vecchi professori di matematica, ragazzine infiocchettate e strette tra i genitori come tra i gendarmi. Tra i musicisti, pure, gli uomini erano piccoli Leopardi che indossavano scarpe che sembravano quelle che a Napoli mettono ai morti, mentre la pacchianeria, tra le musiciste, trasformava in signorotte persino le ventenni. Spiccavano come dee violiniste come Anne Sophie Mutter e Victoria Mullova: ma ora è cambiato tutto. La pianista Helène Grimaud è da rotocalco, la cantante Anna Netrebko posa in foto sexy. Ma nel ruolo di Isolde, questa sera alla Scala, c’è la donna che a lungo, secondo canoni ormai vetusti, ho considerato la più affascinante e inquietante del mondo. La vidi nello stesso ruolo a Bayreuth, anni fa: e sono anni passati anche per lei.
C’è stato un tempo, nella musica, in cui l’esteriorità pareva un offensivo sovrappiù che non andava esibito da chi deteneva il dono fatale del talento, come se la sensualità stonasse con l’elevazione a cui la musica ci richiama. Quel tempo è finito, la bellezza ora è un requisito assoluto. E questa sera è speciale, forse, anche perché un’epoca ci saluta.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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