Il «comandante» Starck premia i nuovi geni del design del futuro

Si chiama «Stairway to Heaven», come il più grande successo dei Led Zeppelin, e non poteva avere nome più azzeccato, perché pur essendo una lampada ha tutto l’aspetto di una scala (capovolta) che porta chi la guarda – se non in paradiso – verso il cielo. Ieri ha portato il suo autore, Bertjan Pot, designer olandese classe 1975, dritto al premio Frame Moooi Awards, prima edizione del concorso internazionale indetto a metà 2011 dal magazine Frame e dal brand Moooi, che ha voluto festeggiare così i suoi primi 10 anni.
Già segnalato dal prestigioso catalogo International Design Yearbook 2007 come talento da tenere d’occhio, ieri sera Pot ha fatto il bis ritirando il premio (25mila euro) dalle mani di Philippe Starck. Il super-designer a cui ieri forse in molti avrebbero voluto chiedere qualcosa del progetto segreto di cui tutti ultimamente parlano (dopo la smentita delle indiscrezioni su un ipotetico Mac, gli ultimi rumors parlano di uno yacht) era anche l’unico membro della giuria del concorso. E non stupisce che tra quasi 900 prodotti proposti da altrettanti designer provenienti da 79 Paesi, la design-star che più volte ha dichiarato che “il design è morto”, abbia scelto proprio questo, così lontano dai soliti canoni del design. Il progetto assomiglia infatti a una scala rovesciata appesa al soffitto e ricoperta di lucine, e in effetti l’idea a Pot è venuta per caso durante dei lavori in un locale. E ha vinto per l’originalità, anche se gli altri 9 progetti finalisti non erano certo da meno. Tutti oggetti che vivono di vita propria anche al di fuori del contesto per cui erano stati creati. Come “Sketch” di Ypsilon Tasarim e Yesim Bakirküre, un espositore per una boutique di moda che può essere usato anche come appendiabiti “domestico”. O “Caelum” di Pablo Martinez Diez, evocativa lampada da tavolo a Led realizzata per un locale, ma perfetta anche per qualsiasi tavolo. E “Shoe Box”, espositore progettato dall’australiano Facet Studio per un negozio di sneakers, ma che ogni donna vorrebbe avere a casa (spazio permettendo). Dietro i progetti non ci sono solo emergenti: il concorso era aperto a designer giovani e meno giovani, minimo comun denominatore: il talento. Molti di questi creativi, insieme a molti nomi del design internazionale, si sono radunati ieri ai Magazzini Generali per festeggiare con i due fondatori di Moooi, Marcel Wanders e Casper Vissers, e a Michele Cagnato, che ha condotto la serata. Durante la design night dedicata a Frame e a Moooi non sono mancate le sorprese: all’ingresso distribuivano guanti bianchi da indossare durante i balli, per essere notati meglio mentre ci si scatenava sotto le luci della discoteca. Prima della premiazione il performer Danie Wurtzel ha lasciato tutti incantati con la sua danza accompagnata da uno scenografico movimento di tessuti impalpabili, poi è partita la musica jazz house dell’austriaco Parov Stelar. E fra le decine di party del Fuorisalone, ieri sera sono andate in scena altre performance di design. Da “Reverie” in Largo Augusto, dove le attrici del Piccolo Teatro hanno impersonato donne icona dell’epoca - da Coco Chanel a Maria Callas, da Rei Eames a Billy Holliday – facendole rivivere con abiti anni ’40 e ’50, fra complementi d’arredo storici, come le poltrone Livia dell’architetto Zanuso, i lampadari Venini anni ‘40, la magnifica testata da letto dell’architetto Buffa convertita in espositore.

Performance anche al Teatro dell’Arte, dove tutte le sere va in scena Design Dance, uno spettacolo con la scenografia di Margherita Palli in cui quasi 500 oggetti che hanno fatto la storia dell’arredo – come la sedia Superleggera di Gio Ponti e il divano Via Lattea di Mario Bellini – si muovono magicamente sul palcoscenico (info: cosmit.it). Performance infine, fino a domenica, anche al Design Supermarket della Rinascente, dove ogni giorno c’è una sorpresa all’insegna della creatività ribelle.

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