(...) regionale, il primo convocato dopo le elezioni. Lui, Enrico Nan, già sollevato dallincarico di coordinatore, poi lasciato fuori dalla corsa al Parlamento, ieri non era presente alla riunione operativa degli azzurri liguri. Non cera perché nessuno lha invitato. E non lha presa bene, ha affidato una sua lettera allamico Alfredo Biondi, perché la leggesse agli amici di Forza Italia. Così è stato, e la stoccata ha provocato un po di maretta in un consesso fino a quel momento molto sereno. «Non si fa così - è stata la sostanza della missiva - Sono stato per 13 anni coordinatore regionale del partito, avrei gradito almeno un colpo di telefono».
La spiegazione è tutta legata al fatto che comunque il comitato è aperto a chi ricopre un incarico, e lui, Nan, non ha più un ruolo. Giustificazione accolta solo in parte, dal momento che ieri linvito negato a Nan era invece stato inoltrato a Enrico Musso, senatore e candidato sindaco sì, ma non di Forza Italia in senso stretto. «Il coordinatore per statuto può invitare chi vuole- aggiunge Nan - E le mie lamentele sono state anche di carattere politico: in Liguria An e Forza Italia con il Pdl hanno preso 12mila voti in meno della volta precedente, la Lega 28mila in più. Attenti a non sopravvalutare la vittoria. Nella mia provincia, a Savona, poi cè unassenza del partito. Sento dire che sono state anche già deciso future candidature senza che il direttivo provinciale ne sappia qualcosa. Non sono però lunico deluso. So che anche Gabriella Mondello e altri hanno qualcosa da dire».
Superato il caso-Nan, è toccato a Gino Morgillo, capogruppo in Regione in attesa di un successore «condiviso», far presente che «cene, incontri o dichiarazioni a mezzo stampa» non bastano più. Che dopo la campagna dei gazebo e le elezioni, la gente inizia a fermare i rappresentanti azzurri per chieder loro: «Ma che fine avete fatto? Sono finiti i festeggiamenti? Ci fate sapere in che modo possiamo ancora renderci utili?» Insomma, il popolo è più avanti del Popolo della Libertà, è già con la testa «alle elezioni amministrative del 2009, dove si vota oltre che per la provincia di Savona anche per molti comuni importanti della Liguria, ma anche alle elezioni regionali del 2010 e al processo di costituzione del partito del Popolo della Libertà»?. Dice Morgillo che «non giova a nessuno ignorare ciò che sta accadendo in Forza Italia in Liguria, né perseverare nel nascondere la testa sotto la sabbia o ancora peggio rinviare la soluzione di alcuni problemi». O ancora che «sul caso Genova è mancata una regia politica, ma fatto ancora più grave non si è registrata univocità e compattezza tra le forze politiche che compongono il Popolo della Libertà».
Il «patto della trattoria» è già archiviato, anche se non necessariamente con un brindisi di soddisfazione. Ma qualche differenza di vedute di ieri sembra riaprire il dibattito interno. «Se si vogliono trovare motivi di polemica, troviamoli pure - liquida la vicenda il coordinatore regionale Michele Scandroglio - Quello di Morgillo mi è sembrato un intervento politico ma non polemico. Trovo assurdo cercare fratture dopo la vittoria e unaffermazione così netta e importante. Se viceversa si punta a un continuo miglioramento allora siamo tutti disponibili ad accogliere proposte e suggerimento, nellinteresse di tutti». E ancora, nello specifico: «Abbiamo concordato sulle sue osservazioni, che poi erano anche quelle di tutto il partito - aggiunge Scandroglio - Dobbiamo analizzare il voto, senza nasconderci che in certe zone non siamo andati bene. E quindi il caso Genova, ma anche Spezia e Savona città non hanno registrato aumenti di voti».
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