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Francia, nominato il centrista François Bayrou come nuovo premier
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Il commento Gli altri chiacchierano, il Cavaliere incassa

Dunque Mario Draghi, governatore della Banca d’Italia è stato nominato presidente della Banca centrale europea grazie alla propria storia personale e alla propria competenza ma grazie anche al governo presieduto da Silvio Berlusconi. Così la notizia è completa. Come la riporterà - quasi certamente - molta della stampa italiana e estera non sarà completa perché di Berlusconi non se ne parlerà. Anzi, si dirà che un italiano è arrivato a capo della Bce nonostante il governo e nonostante, come si è già detto, il suo peccato originale di essere italiano. Non importa sapere com’è andata. Non importa sapere cosa c’è voluto per convincere Nicolas Sarkozy (che, comunque sia, un ruolo non se lo fa mai mancare). Non importa l’impegno diplomatico dell’Italia nei confronti della Germania e degli altri rappresentanti del Consiglio d’Europa a partire dal presidente della Ue Herman Van Rompuy in giù. Non importa nulla, non ha vinto l’Italia, non ha vinto il governo italiano, tantomeno Berlusconi. Hanno vinto, con Draghi, i nemici di Berlusconi, interni e internazionali. C’è chi prova piacere così, raccontandosela. Perché privarli di quella gioia.
E, invece, la realtà non è proprio così. Non è la prima volta che il governo italiano per opera del suo presidente Berlusconi assesta buoni colpi sulla scena internazionale. Lo ha fatto piazzando italiani in posti di rilievo come Mario Monti ed Emma Bonino. Li citiamo in quanto non direttamente riconducibili alla coalizione di centrodestra, ma potremmo citare con soddisfazione Franco Frattini e Antonio Tajani che hanno svolto (il primo) e sta ancora svolgendo (il secondo) il loro mandato raccogliendo consensi unanimi a Bruxelles e in giro per l’Europa e non solo. Lo ha fatto anche portando a compimento delle operazioni di notevole rilievo come l’ingresso della Russia nella Nato attraverso l’accordo di Pratica di Mare. Che il presidente del Consiglio abbia dimostrato in questi anni una certa capacità diplomatica è fuori discussione ma, come si sa, talvolta l’opinione è più forte della realtà, della stessa evidenza e così è in questo caso.
Naturalmente dietro a tutto questo non c’è soltanto l’ostilità manifesta della stampa internazionale nei confronti di Berlusconi che, tra l’altro, poco hanno fatto in molti perché venisse tratta fuori da questo pantano. Non c’è solo questo, che è già molto. C’è un’istintiva avversità a prendere in considerazione gli italiani in quanto tali perché si pensa che siano unfit (inadeguati) per incarichi di livello internazionali in quanto pasticcioni, non seri, non preparati e via con fregnacce di questo tipo. Poi, messi alla prova, si rivelano sovente migliori degli altri ma le menzogne quando attecchiscono sono molto dure da essere sradicate.
Perché è così importante avere Mario Draghi presidente della Banca centrale europea. Solo prestigio per l’Italia? No, anche se il prestigio internazionale è una merce preziosissima. Quando l’Italia, per lunghi anni non ha avuto suoi rappresentanti in luoghi di prestigio in Europa se ne sono visti gli effetti. Ci siamo trovati sulla testa norme, regolamenti e direttive che tenevano conto degli interessi di chi li aveva pensati, scritti e fatti passare.

Dei nostri interessi neanche una traccia. È vero che il ruolo di Draghi avrà un ruolo che gli chiederà imparzialità ma, pur mantenendo quella caratteristica, sarà un punto di riferimento sicuro anche per il nostro Paese. Tutto questo anche grazie al Cavaliere.

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