Silvio Berlusconi propone che il premier sia eletto direttamente dal popolo, con una modifica della legge elettorale. Una proposta eccellente con cui si risponde direttamente al professor Sartori, secondo cui non è vero che con lattuale legge elettorale Berlusconi è stato eletto presidente del Consiglio dalla volontà popolare, con il 45 per cento dei voti degli italiani, che hanno messo la loro crocetta su sul contrassegno che, su sfondo azzurro, reca la scritta «Popolo della Libertà/ Silvio Berlusconi presidente».
Una innovazione rivolta a rendere simile la democrazia italiana a quella di Germania e Gran Bretagna, in cui il capo dello Stato (rispettivamente il presidente della Repubblica tedesca e la regina o il re dellInghilterra) nominano presidente del governo il capo della coalizione che vince le elezioni. Il cambiamento che Berlusconi propone consiste in unapposita scheda per la nomina del presidente del Consiglio, accanto al partito che vi si collega, senza bisogno di aggiungere, come ora, il nome della coalizione che il presidente guida.
È un passo avanti. Già ora la legge elettorale italiana prevede che si votino oltreché il partito preferito anche la coalizione di cui il partito in questione fa parte e il leader di tale coalizione come candidato presidente del consiglio. La legge elettorale vigente, per assicurare la governabilità stabilisce per la coalizione vincente un «premio di maggioranza», attribuendo alla coalizione e al suo leader una particolare valenza.
Ma ecco il gioco di parole del professor Sartori: Berlusconi non è stato votato per essere primo ministro, perché questo, secondo la Costituzione, lo sceglie il capo dello Stato. È facile replicare che il capo dello Stato, con la Costituzione vigente, dà lincarico di formare il governo al leader che ha la maggioranza in Parlamento, dunque a chi guida la coalizione vincente. E pertanto un capo dello Stato che rispetta la volontà popolare sceglie colui che è stato scelto come presidente dagli elettori che hanno votato la coalizione che ha vinto le elezioni. Il nostro capo dello Stato ha scelto Berlusconi come primo ministro non a caso, o per simpatia, ma perché ha riscontrato che era stato votato per quella carica dalla maggioranza degli italiani. Secondo il professor Sartori, però, non è dimostrato che la volontà popolare si sia espressa per Berlusconi, in quanto il 45 per cento non è la maggioranza assoluta e chi ha votato per i partiti associati nella coalizione «Popolo della libertà/Berlusconi presidente» poteva averlo fatto perché fedele al proprio partito, non perché gradisse Berlusconi. La tesi per cui solo chi ha la maggioranza assoluta dei voti è espressione della volontà popolare è assurda. Infatti, quando cè un solo turno di elezioni, come quelle del presidente Usa, vince chi ha la maggioranza relativa. I voti nulli, le schede bianche e quelle disperse su candidati minori molto spesso fanno sì che chi prevale non ha la maggioranza assoluta. E il 45 per cento è, di fatto, una maggioranza altissima.
La tesi per cui chi ha messo la crocetta su «Popolo della Libertà/Berlusconi presidente» può averlo fatto perché propendeva per il partito di Fini o di Bossi ma non aveva simpatia per Berlusconi, è altrettanto assurda. Equivale a quella per cui chi ha acquistato biscotti «batticuori», sfilatini «pan di casa» e torte «due bontà» di Mulino Bianco Barilla, non ha scelto un prodotto Barilla, ma solo uno dei prodotti. Con questo ragionamento Barilla non potrebbe dire che il fatturato di questi settori è suo. Ovviamente questo è un assurdo, perché la responsabilità del mix di prodotti è della ditta che li produce. Per la stessa ragione è assurda la tesi di Sartori secondo cui il fatto che alle elezioni Berlusconi abbia avuto la maggioranza capeggiando la coalizione col suo nome non implica che la gente lo abbia votato.
Ma viviamo in un mondo bizantino, quindi una modifica della legge elettorale, con una scheda distinta per la votazione del premier senza altra indicazione, è necessaria. E non occorre, io penso, una modifica della Costituzione. Infatti questa scheda esprimerebbe la volontà esplicita degli elettori.
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