Il commento «Così ci illudiamo di far parte del bel mondo»

di Stefano Zecchi

Non ci deve sorprendere la trasformazione di tanti simboli elitari in cose sempre più disponibili a persone che (per reddito e stato sociale) non avremmo mai pensato potessero usufruirne. È la massificazione della cultura.
Mi si può obiettare: siamo di fronte alla ridistribuzione economica di un bene di consumo generalmente riservato a pochi, perché pochi dispongono di una ricchezza tale da poter accedere a quel bene. Questo però è un tipico caso in cui è proprio la cultura a rideterminare l’ordine economico. La massificazione della nostra società, non solo quella occidentale perché ormai il processo è globale, è un fatto innanzitutto culturale, prodotto da una comunicazione rapida, senza frontiere, capace di permeare ogni angolo del pianeta, omologando i comportamenti delle persone.
Si tratta di un processo che gradualmente assorbe differenze, prevedendo l’abbattimento di zone culturalmente impermeabili, cioè di aree destinate a pochi privilegiati. Massificazione culturale, globalizzazione, democrazia sono i pilastri su cui si regge la società contemporanea che necessita di un’economia in grado di corrispondere a questa realtà.
Un aereo privato rappresenta, a tutt’oggi, uno status symbol di elevata elitarietà sociale. Cinquant’anni fa, un viaggio in aereo rappresentava uno status symbol altrettanto elitario: non a caso «jet set» veniva chiamata quella realtà sociale che poteva permettersi un tale viaggio di lusso.
Oggi un viaggio in aereo non se lo nega nessuno: si abbattono i costi, si aumentano il numero dei consumatori e sparisce qualsiasi elitarismo. La stessa cosa sta incominciando con il noleggio di aerei privati: si cerca di contenere i costi e, intanto, in queste fasi iniziali, chi usufruisce di tale forma di trasporto si sente partecipe di un mondo elitario a cui credeva di essere sempre escluso. Naturalmente chi pensa così si illude, perché la massificazione culturale ha gia prodotto i suoi effetti: tra pochi anni l’aereo privato sarà come un taxi, che costa certamente più di un biglietto dell’autobus ma non rappresenta né uno status symbol per chi lo usa, né una spesa che si può permettere solo una élite sociale.
Se passiamo in rassegna qualche bene di consumo che un tempo ci sembrava un miraggio, tanto era difficile da raggiungere, oggi ci appare una cosa assolutamente priva di qualsiasi alto valore, alto significato sociale. Per esempio lo yacht: possiamo noleggiarlo senza eccessivi problemi. Un tempo era tutta un’altra cosa.


Questa è dunque la strada: la massificazione della cultura esige un mercato aperto e economicamente vantaggioso per rendere fruibile a un numero sempre maggiore di persone ciò che solo qualche anno fa si pensava fosse riservato a pochi eletti.

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