Il crollo di Wiston dopo l'esito della prova del Dna (una prova poco probante, impugnabile, con molte controindicazioni, una prova che ha fatto vittime anche tra gli innocenti) dimostra che, per quanto efferato possa essere, un crimine può non divorare l'umanità di chi lo ha commesso. Woody Allen ha dedicato ben due film allo stesso argomento. Sia «Crimini e misfatti» che «Match Point» raccontano storie di uomini ricchi e in carriera, che per una relazione con la donna sbagliata vedono in pericolo i propri sogni di potenza, per salvare i quali non esitano a ricorrere all'assassinio. Viene poi il pentimento, vengono le notti insonni, ed è forte l'impulso di andare alla polizia e confessare tutto. Alla fine, però, ambedue i protagonisti resistono, i delitti non vengono scoperti, l'inquietudine si placa, e giunge infine la scoperta che si può continuare a vivere alla grande, esattamente come prima, senza dover fare i conti con la propria coscienza. Nel cinismo di Woody Allen c'è del vero. L'uomo occidentale, figlio dei paesi evoluti, ha raggiunto la capacità di convivere pacificamente con i propri mostri. Wiston invece è crollato, ha confessato. Avrebbe potuto resistere anche lui, invece non ha resistito. Dopo il delitto, ebbe una figlia che chiamò come la defunta: Alberica. Certo, si può pensare che quel nome servisse per depistare ogni possibile sospetto. Io credo però che, se anche questa fosse stata la sua intenzione, nessuno possa uccidere una donna e poi dare il nome della defunta alla propria figlia solo per depistare i sospetti. In altre parole, in questa storia c'è un filo di bellezza, un filo di bene che non sarebbe giusto ignorare. Questo bene sta tutto in un sentimento che Wiston si deve essere portato dentro per vent'anni, e che ora è finalmente esploso: il rimorso. Il rimorso non è un sentimento naturale, non tutti gli uomini lo provano allo stesso modo. E non è nemmeno una questione di carattere. La differenza tra Wiston e i film di Woody Allen sta prima del delitto: i due protagonisti dei film consideravano le loro amanti pari a zero. Zero erano prima, zero mentre morivano, zero sarebbero state dopo. Strumenti di piacere. Finito il piacere, seccature: ecco cos'erano. E gli assassini non provano rimorso, ma solo senso di colpa, un disagio psicologico senza riferimento a un atto compiuto, a una vita infranta. Noi tutti proviamo tanti sensi di colpa: ma il rimorso, che genera il pentimento, è un'altra cosa. Evidentemente, per Wiston la contessa Filo Della Torre non era uguale a zero. Non m'interessa sapere quali sentimenti lo legassero alla povera defunta, quello che conta è che, per tutti questi anni, Alberica Filo Della Torre è stata, per Wiston, qualcosa di diverso da uno «zero». Penso allora a un celebre sonetto del Belli. Un uomo col suo bambino assiste a un'impiccagione.
Mentre il boia dà un calcio alla sedia e il malfattore rimane appeso, il padre dà una sberla a suo figlio, il futuro poeta: «Pijja», me disse, «e aricordete bbene?/ che sta fine medema sce sta scritta / pe mmill'antri che ssò mmejjo de tene». Prendi, mi disse, e ricordati che questa fine è già scritta per mille altri che sono migliori di te.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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