E così il pubblico ministero di Milano, Armando Spataro, concludendo la sua requisitoria sul caso di Abu Omar - il pericoloso esponente del terrorismo fondamentalista islamico - ha chiesto che Nicolò Pollari e Jeff Castelli vengano condannati a ben tredici anni di reclusione. Ciò non sorprende, in quanto era evidente che la Procura avrebbe chiesto la condanna contro persone così tenacemente accusate.
Ciò che invece stupisce non poco è innanzitutto lentità delle pene richieste. Si consideri infatti come normalmente le richieste delle procure siano assai più contenute. Per fare un esempio, di solito, per un soggetto accusato di rapina a mano armata vengono chiesti sei o sette anni di reclusione. Questi poi verranno ridotti dal giudice probabilmente a quattro. È perciò da presumere che la Procura di Milano abbia ritenuto la colpa e la pericolosità di Pollari e Castelli ben superiore a quelle di questo ipotetico rapinatore.
E sia. Rimane tuttavia da spiegare in che senso e perché Spataro abbia potuto affermare - come riportano le cronache giornalistiche - che quella capeggiata da Pollari era una vera «organizzazione criminale» finalmente smascherata: come dire, insomma, che Pollari vale più o meno Provenzano o Riina.
Ora, agli studenti si raccomanda di non cadere nel tranello intellettuale consistente nel credere che ogni organizzazione umana, sol perché tale, abbia valenza giuridica. Si deve infatti distinguere: avrà dignità giuridica soltanto quella organizzazione che persegue ragioni di giustizia o comunque finalità compatibili con lordinamento giuridico, mentre altre forme organizzative saranno non giuridiche o addirittura antigiuridiche. In questa prospettiva, bisogna allora chiedersi se laccordo fra il Sismi e la Cia per arrestare quel pericoloso terrorista e loperazione che ne seguì siano stati portati a termine per ragioni di giustizia o no.
La risposta è una soltanto: sì! Infatti, non pare si possa dire che una ventina di agenti segreti messi in campo dai due servizi alleati, non avendo altro da fare, si trastullassero a rapire la gente dalle strade di Milano.
Quello non è stato un sequestro o un rapimento: è stato un arresto del tutto legittimo, in quanto operato se non ai sensi del vigente codice di procedura penale italiano, certo ai sensi degli accordi internazionali di collaborazione fra Stati sovrani (Usa e Italia) allo scopo di assicurare alla giustizia - per la finalità superiore della sicurezza nazionale ed internazionale - un terrorista che passeggiava indisturbato nel cuore di Milano. Peraltro, anche loperato materiale degli agenti che eseguirono larresto, a ben vedere, risulta giustificato in Italia (e perciò non illecito) in virtù di una precisa causa di giustificazione del nostro codice penale: ladempimento di un dovere. Infatti, Pollari, Mancini e gli altri hanno agito non di testa propria, ma in doverosa obbedienza ad ordini ricevuti, secondo una catena gerarchica che giunge al governo nella pienezza della propria responsabilità politica interna ed internazionale.
E gli Usa che penseranno di noi? Tutto il male possibile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.