Il commento/In tv copiano tutti, è la concorrenza

Massì, c’è poco da scandalizzarsi se anche in televisione i programmi finiscono per somigliarsi un po’ tutti. La storia della tv copiata viene da lontano e risale addirittura ai tempi di Premiatissima, anno domini 1983, primo varietà dell’era di Canale 5. In pratica, la risposta del Biscione ai successi di Fantastico, targati Mamma Rai. Però, con la formula tale e quale a Canzonissima, spenta dalla tv pubblica nel 1974, e che ora i cervelli di Viale Mazzini avrebbero voluto riaccendere se solo ci fossero state le condizioni necessarie e sufficienti. Com’è noto non se ne farà niente. Ma la rinascita abortita, ben trentasei anni dopo l’eutanasia dell’originale, basta a dimostrare che inventare programmi nuovi e di successo è più che mai complicato. E che, soprattutto la strada del varietà - che come ripetono gli addetti ai lavori, è morto da decenni - è lastricata di buone (e cattive) copiature. Dunque, se il varietà è morto o almeno agonizzante, non c’è troppo da scandalizzarsi se appena scoperto un format che funziona, qualcuno voglia subito riproporne una versione riveduta e corretta. È accaduto l’anno scorso con Io canto, programma gemello di Ti lascio una canzone e accadrà nella prossima stagione con Io ballo, parente stretto di Ballando con le stelle. In entrambi i casi è Canale 5 a usare la carta carbone sui format di Raiuno. Volendo dare a tutta l’operazione una certa dignità, la si potrebbe anche chiamare controprogrammazione. Del resto, il varietà si scompone a sua volta in pochi sottogeneri: quiz, canzoni, danza, comicità. E, gira e rigira, siamo sempre in zona, soprattutto se la fantasia scarseggia e i pochi geni in circolazione vengono messi in un angolo perché poco ossequiosi al potere.
Per fare un altro esempio e allargare un briciolo la visuale, che dire di quel Voglia di aria fresca in onda su Raiuno? Quella sfilata di comici che si esibiscono, introdotti da Carlo Conti è poi tanto diverso da Zelig? Forse la differenza maggiore è che Conti non è Bisio e si vede. Eccola qui la morale della copiatura. Come nei giornali, dove le sezioni - interni, esteri, economia, sport ecc.

- sono tutte uguali e la differenza è data dalla qualità dei giornalisti e dalla interpretazione delle notizie, così anche in televisione, il meglio o il peggio lo decreta il pubblico in base alla qualità dei conduttori, dei cantanti, dei ballerini, delle scenografie...
Insomma, è la concorrenza, bellezza. Meglio avere due programmi simili che rivaleggiano e magari si migliorano, che uno solo adagiato sugli allori.

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