da Catania
Ore 15. Il centro sportivo di Massanunziata, sede degli allenamenti del Catania, è spazzato da un gelido vento, quasi a testimoniare il momento che sta attraversando la società, tra i più difficili dei suoi 60 anni di storia. I tragici fatti allo stadio Massimino del 2 febbraio rappresentano ancora un ricordo troppo fresco per esser metabolizzato e Catania appare ancora stordita, disorientata e senza nessuna voglia di parlare di calcio. Arriva a sorpresa, Nazareno Raciti, padre di Filippo Raciti, l'ispettore capo della Polizia ucciso durante i disordini del derby col Palermo. Una visita commovente, che ha sorpreso tutti, ma che il papà del poliziotto ucciso ha voluto fare, affinché il sacrificio del figlio non venga dimenticato. Nazareno Raciti ha incontrato i componenti del staff tecnico e della rosa del Catania negli spogliatoi del campo, prima dell'inizio dell'allenamento pomeridiano. Presenti anche alcuni componenti della dirigenza etnea. Un incontro breve, ma significativo. «Mi trovo qui - ha detto il padre dell'ispettore -, perché ho sentito il desiderio di ringraziare i giocatori del Catania e la società per la vicinanza e l'affetto mostrate alla nostra famiglia in questi terribili giorni. Mi sento veramente grato verso il Catania che in questi giorni ci è stato accanto, non facendoci mai mancare quel calore umano di cui in questo momento abbiamo bisogno».
Nazareno Raciti, fortissimamente provato, ha parlato con le lacrime agli occhi, suscitando grande commozione tra il tecnico del Catania Marino e i giocatori che hanno ascoltato in silenzio.
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