«Como non è Berlino». Anche il leader della Lega, Umberto Bossi, ha detto la sua sulla questione. Eppure con le dovute differenza lepilogo della questione sarà lo stesso: il muro verrà giù. Dopo la manifestazione di domenica e lapertura di uninchiesta per capire da dove fosse saltato fuori quellobrobrio di cemento armato che privava i comaschi della vista del loro lago, ora sulle rive del Lario si tira un respiro d sollievo. «Il muro, che era previsto dal progetto, non ci sarà più; verrà abbattuto e sarà interamente sostituito da paratie mobili». A dare la lieta novella è il sindaco di Como Stefano Bruni: «Nei prossimi giorni - ha proseguito il primo cittadino -, saremo in grado di fornire i dettagli tecnici, ma il muro verrà abbattuto. Dovrà essere sostenuto un certo costo, tuttavia la Regione è con noi. Ho parlato questa mattina con Roberto Formigoni e il presidente sostiene questa ipotesi; è questa la priorità».
La buona notizia ha un non so che di inaspettato in quel di Como. Nei giorni scorsi infatti le dichiarazioni dello stesso Bruni avrebbero lasciato intendere una certa riserva in merito al cambiamento del progetto. Bruni aveva infatti già annunciato la scorsa settimana che il muro sarebbe stato ridotto, poi però aveva escluso una ridiscussione del progetto, mentre oggi la svolta dopo il colloquio con Formigoni.
Da quanto affermato da Bruni, la Regione sarà sempre più protagonista nel futuro del sistema di paratie anti-esondazione che andranno a sostituire il «muro della discordia». Lassessore regionale al Territorio e Urbanistica, Davide Boni, infatti oggi effettuerà un sopralluogo nella zona in cui dovrebbe sorgere lopera: «È mia ferma intenzione convocare nei prossimi giorni il Comune e la Provincia di Como, nonchè il responsabile del procedimento e la stessa stazione appaltante, per capire la tipologia di intervento che vorrebbero realizzare e per chiarirne gli aspetti». La linea dellassessorato resta comunque improntata sulla via della valutazione della situazione prima di sbilanciarsi su eventuali decisioni.
Lincubo del lago sembra così aver trovato un lieto fine. Resta da capire però da dove sia arrivata la variante che ha permesso la modificazione del progetto originale del sistema per proteggere il centro città dalle esondazioni del lago e quindi la nascita dell«ecomostro» comasco. Il progetto approvato nel 1994 dopo una lunga istruttoria infatti non prevedeva la costruzione di nessun muro, bensì un sistema di paratie mobili. Un progetto che, già ai tempi dellapprovazione, aveva fatto discutere per leffettiva funzionalità del sistema di contenimento dellacqua. Tuttavia ci fu lapprovazione perché lopera rientrava nel piano di riqualificazione del lago. Probabilmente è ancora presto per dirlo, ma a quanto pare il futuro degli interventi che verranno effettuati sullarea torneranno a fare riferimento al vecchio progetto depositato.
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