Compleanno amaro, i Ds fanno l’esame a Cofferati

Stilettate anche agli alleati: «Non daremo spazio a chi ragiona in termini di scontro»

Claudia B. Solimei

da Bologna

Il regalo di compleanno più bello sarebbe, come ha detto lui stesso, «la condivisione del documento da parte della maggioranza». Sì, perché proprio oggi il sindaco di Bologna Sergio Cofferati compie 58 anni, ma oggi è anche il giorno in cui arriva in Consiglio comunale l’ordine del giorno sulla legalità, a otto mesi da quel 22 maggio 2005 in cui per la prima volta lanciò la sua sfida alla sinistra radicale dell’Unione. In mezzo è successo di tutto. In città ma soprattutto nella maggioranza di centrosinistra: sgomberi a suon di ruspe, battaglie contro i lavavetri, Rifondazione comunista e i Verdi in piazza contro il loro sindaco, scontri tra polizia e collettivi sulla soglia del palazzo del Comune, un pacco bomba recapitato al primo cittadino, quindi un ricompattamento quasi obbligato sul bilancio comunale fatto di tagli e aumenti delle tasse, che tuttavia non ha avuto il via libera dei sindacati; infine la lotta dei metalmeccanici arrivati a occupare i binari della stazione di Bologna, azione che si dice sia stata ben poco gradita al legalitario Cofferati.
Oggi si vedrà se basterà a non aprire la crisi il clima più disteso dell’ultimo mese, incrinato però dalla richiesta del numero uno della Quercia bolognese, Salvatore Caronna, di una verifica di metà mandato. Dalla sua, Cofferati ha già i voti di Margherita e Ds, che presenteranno un breve testo a sostegno del sindaco; Prc e Verdi, invece, si asterranno insieme al consigliere occhettiano del Cantiere. Fino a due mesi fa, questo sarebbe stato sufficiente per un’espulsione dalla maggioranza. Ma ora mancano due mesi alle elezioni politiche e una rottura a Bologna l’Unione non può permettersela. «Spero ci sia una discussione impegnata, non rituale - spiega Cofferati -. Poi ci saranno gli atti risolutivi, che sono come sempre il voto finale, e su quella base seguiranno, nel giro di qualche giorno, le valutazioni del sindaco. Sull’insieme, sul voto, sugli argomenti esposti». Nessun ultimatum, dunque, nessun con me o contro di me, a patto però che i partiti della sinistra radicale dell’Unione dimostrino la loro buona volontà nella discussione, che si prevede lunga: il Consiglio è convocato fino alle 23 e non è detto che si arriverà oggi al voto. Tanto basta, però, a far tirare un sospiro di sollievo a qualcuno: «Dimostra che non c’è intenzione di drammatizzare la cosa» dicono da Rifondazione. Ma il partito di Bertinotti non si sbilancia, aspetta di vedere cosa succederà oggi in Consiglio, perché dopo mesi di polemiche prevale una sorta di timorosa diffidenza nei confronti delle uscite a orologeria a cui il Cinese li ha abituati. E poi ci sono ancora dei fronti aperti: gli sgomberi delle case occupate, lungamente minacciati e mai realizzati, e la posizione del consigliere indipendente di Rifondazione, Valerio Monteventi, già autosospeso dalla maggioranza nella quale, da qualche settimana, sta covando la nascita di un nuovo soggetto politico: una lista autonoma più a sinistra di Rifondazione, legata al movimento no-global e che molti in città hanno già definito anti-Cofferati.
«Assisteremo a un teatrino tutto interno alla sinistra - attacca Daniele Carella, capogruppo di Forza Itala a palazzo d’Accursio -. Noi non faremo sponda a nessuno e non forniremo alibi.

Ma la questione ormai si sta trasformando in un boomerang per la sinistra, perché dimostra che non sono una coalizione di governo. Non sono nemmeno capaci di condividere un principio come quello della legalità, che invece fa parte del nostro Dna».

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