Bambini, dove abita Topolino? A Topolandia, lo sanno tutti! Sbagliato, abita a Milano in via Ferrante Aporti, nello storico palazzo delle Ex Poste Regie a fianco alla Stazione Centrale. Il fumetto di Mikey Mouse ha una lunghissima tradizione italiana, e in particolare meneghina fin dal 1935. In sintesi: nel Natale del 1932 Topolino fa il suo ingresso nelle edicole italiane grazie all'editore fiorentino Giuseppe Nerbini. La Mondadori, nel frattempo, aveva puntato gli occhi sulla produzione Disney per portarla in Italia e tradurla in fumetti. Erano partiti con le storie dei Tre Porcellini, e nel 1935 riuscirono a comprare a Nerbini anche i diritti per pubblicare le avventure di Topolino: d'allora, anche oggi che i fumetti sono editi direttamente dalla Walt Disney Company Italia e non più da Mondadori, la redazione di Topolino si trova a Milano, e serve non solo l'Italia, ma tutta l'Europa. 1932-2012: sono quindi ben 80 anni che il nostro Topolino è diventato perlopiù italiano ed europeo (in America i fumetti Disney continuano, ma non sono seguiti con passione), e pochi meno (77) che l'intera produzione di fumetti per tutta l'Europa viene realizzata a Milano, in via Aporti. «Siamo in 15 in redazione, più un centinaio di artisti che mandano i disegni o, i più anziani, li portano direttamente, come si faceva un tempo» dice Valentina De Poli, direttore di Topolino o anche si potrebbe chiamarla Minnie (ora ha 44 anni, e lavora in redazione da quando ne ha 19). «Milano è un punto di riferimento e d'incontro per i disegnatori, della scuola genovese, romana o milanese appunto». Anche per firme come Zavattini, Pedrocchi e Rubino, Topolino è stato ed è anche una fucina di talenti: «Fin dagli anni Cinquanta gli italiani fanno scuola per quanto riguarda il disegno di fumetti Disney, in Europa e anche in America» conferma Luigi Bona, direttore di Wow Spazio Fumetto. Un compleanno del genere ha bisogno di giusti festeggiamenti, ed ecco quindi pronta una mostra, che ha aperto ieri sera allo Spazio Wow, il Museo del Fumetto di Milano (e unico in Italia di questo tipo): fino al 20 gennaio sarà visitabile una selezione di decine di tavole di Topolino, tra i 500mila disegni che fanno parte dell'archivio della Fondazione Franco Fossati. Nove sezioni, dedicata ognuna a un decennio dal 1930 al 2010, ripercorrono in mostra le tappe più significative del settimanale Topolino attraverso curiosità e approfondimenti: da «L'inferno di Topolino» (1949), la prima di una lunga serie di Grandi Parodie in chiave Disney, al numero del 1932, edito ancora in un grande formato di giornale, fino al primo numero edito Mondadori del 1935 e il primo numero in formato di libretto, com'è oggi. Durante gli anni del Fascismo dovette chiamarsi «Topo Lino» per problemi di diritto d'autore. Fino ad arrivare al Duemila: dopo i gadget che furono la gran moda degli anni Novanta, ora la carta sta pian piano cedendo il posto al digitale.
Il Topolino dei nostri giorni trionfa infatti nell'ultima sala della mostra sull'I-pad. Come un tempo ma senza la carta.Wow Museo del Fumetto, viale Campania 12, tel. 02-49524744 - 02 49524745 (biglietto: 5 euro, 3 ridotto).
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.