Cronache

«Compro lo yacht, ma paga la Capitaneria»

«Compro lo yacht, ma paga la Capitaneria»

(...) avviando la procedura per l’aggiudicazione definitiva dell’unità da diporto che verrà definita con apposita convenzione.
Lo conferma una nota dello stesso Burlando, affidata al suo portavoce Alberto Leiss. Che spiega innanzi tutto come la nave, sequestrata a suo tempo dalla Guardia di Finanza a un facoltoso imprenditore americano accusato di evasione fiscale - l’aveva acquistata, intestata alla solita società di comodo e poi noleggiata a se stesso, usufruendo di agevolazioni per almeno due milioni di euro - sarebbe potuta «andare incontro a deterioramento, se non alla distruzione». Per fortuna, viene da aggiungere allora, che è intervenuto lui, Burlando! E ha salvato la situazione.
«Ma che ci farà adesso l’ex ministro dei Trasporti riciclato come timoniere con questo gioiello dei mari?» s’è domandato per primo, e se lo domanda ancora adesso, senza darsi una risposta convincente, il consigliere regionale Nicola Abbundo (Moderati per il Pdl) che ha presentato un’interrogazione al presidente dell’assemblea legislativa regionale Mino Ronzitti. Altra richiesta pressante di informazioni sulla «barca blu», dopo gli articoli del Giornale, è venuta dal consigliere Gianni Plinio (Pdl), secondo cui, fra l’altro, «neanche il podestà di Genova, ai tempi del fascismo, ha mai avuto a disposizione un mezzo di questo tipo. Come fa a permetterselo - ha concluso Plinio - il presidente di una Regione tanto indebitata come la Liguria? Tanto più che il solo prezzo d’acquisto dello yacht è stato stimato in 100mila euro».
In attesa di chiarimenti nella discussione in aula, per il momento bisogna accontentarsi delle precisazioni del governatore. «Dico tutto», è la premessa del genoanissimo Burlando, parafrasando il sampdorianissimo Cassano. E spiega subito, cioè tenta di spiegare: l’ipotesi di gestione in affidamento giudiziario di un bene sequestrato, che rischiava di andare in malora, «è stata presa in considerazione ovviamente valutando la sostenibilità dei costi e l’utilità pubblica dell’iniziativa».
In particolare, insiste Burlando, «è stata interessata la Capitaneria di porto di Genova per la gestione dell’equipaggio (quattro marinai esperti, alloggiati in due cabine, nota del redattore) e per il rimessaggio dell’imbarcazione (par di capire: tenere la barca in secco e al riparo, normalmente nei mesi invernali, e compiere l'insieme di operazioni di manutenzione che consentano il non deterioramento della barca e delle attrezzature, ndr). Si tratta di costi - aggiunge ancora Burlando - che non graverebbero sul bilancio regionale, ove fosse definita, come oggi appare possibile, una apposita convenzione».
Troppi «condizionali», oltre a un «ove» e a un «come appare possibile» che sembrano fatti apposta per inquietare gli scettici e dare fiato ai critici. Ma a questo punto incalzano le ulteriori spiegazioni - si fa sempre per dire - del governatore della Liguria. Che specifica, per quanto riguarda l’uso dell’«imbarcazione» (lui non parla mai di yacht e super-yacht, quasi come se il «Limoncello» fosse poco più di un gozzo e non fosse stato regolarmente noleggiato, in questi anni, a 65mila euro alla settimana): «La Regione sta lavorando su tre ipotesi di fondo. La prima è l’utilizzo a fini didattici, come nave scuola, in accordo con l’Accademia del Mare di Genova e la Provincia di Genova». La seconda ipotesi è «l’utilizzo per attività ambientali e scientifiche, in accordo con l’Arpal», l’Agenzia regionale per l’ambiente che si occupa, fra l’altro, ma non solo, di monitorare la qualità delle acque marine. Infine, la terza prospettiva sarebbe quella di utilizzare lo yacht «per attività di turismo sociale, in accordo con soggetti diversi, per coinvolgere anziani, giovani, bambini».
Come coinvolgerli - wave watching, l’osservazione dei cetacei nel «santuario» del Mar Ligure, pescaturismo, gite scolastiche, avviamento alla pratica natatoria, salvo reumatismi e mal di mare? - è tutto da decidere. In ogni caso, conclude il governatore, le casse regionali dovrebbero essere salve: «Un sistema di convenzioni con i soggetti interessati (quali? ndr) dovrebbe (e dai col condizionale! ndr) garantire la copertura anche dei costi di consumo e di manutenzione (ma questi costi non dovrebbero essere compresi nella convenzione che dovrebbe essere stipulata con la Capitaneria? ndr)».
Non è tutto: Burlando si riserva di far uscire il coniglietto dal cilindro. E a chi avanza il sospetto che qualcosa, o quasi tutto, alla fine della fiera non vada per il verso giusto (fate pure scongiuri d’obbligo, in questo caso, per scongiurare naufragi), garantisce anche l’eventuale dietro front: «Si potrebbe pensare a un periodo di sei mesi o un anno - avverte - per sperimentare la gestione dell’imbarcazione. Attualmente è un bene pubblico di cui è giusto preservare il valore e considerare l’uso nell’interesse generale».
Come dire: Liguria benemerita, nel candidarsi a tutelare beni pubblici confiscati a gaudenti epicurei, ma lasciati inopinatamente in abbandono. Altro che insinuare o criticare! Piuttosto, ci sarebbe da applaudire. Ci «sarebbe». Solito «condizionale» alla Burlando. L’«indicativo», invece, recita così: i cittadini liguri rischiano di pagare migliaia di euro. All’ora. Di gasolio. Bordesando bordesando.

Almeno fino alle prossime regionali.

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