Diego Pistacchi
La Gest Line stavolta ha esagerato. E anche il Comune non può fare a meno di chiedere spiegazioni. Di più, di aprire un’inchiesta su quanto accaduto mercoledì mattina agli uffici dei «giardini di plastica».
L’arrivo di polizia e carabinieri non ha più permesse all’amministrazione di chiudere un occhio su quanto da giorni denunciavano i cittadini costretti a lunghe e inutili code per pagare tasse, multe, cartelle arretrate e magari per ottenere il riconoscimento che la somma richiesta con lettera raccomandata non è dovuta ma solo il prodotto della fantasia di un computer impazzito.
Ieri mattina la giunta comunale ha dovuto prendere atto della figuraccia riportata anche dai giornali e ha deciso di intervenire. Il sindaco Giuseppe Pericu dovrà scrivere una lettera ai responsabili dell’agenzia delle riscossioni e agli uffici tecnici comunali è stato chiesto di condurre un’indagine conoscitiva interna per capire le cause dei disservizi.
Ma il Comune, che da tempo si trova alle prese con le lamentele dei cittadini per l’emissioni di cartelle pazze e per le «minacce» di pignoramento per pratiche mai esistite o comunque non attribuibili ai genovesi che le ricevono, ieri è stato messao con le spalle al muro anche dall’intervento di Assoutenti Liguria, che ha dato il via a una petizione da inviare, oltre al sindaco, anche al ministro dell’Economia Giulio Tremonti e a tutti i parlamentari liguri. Un grido di allarme per una situazione ormai insostenibile. Quanto accaduto mercoledì agli sportelli non è una novità e i disservizi sono al centro dei mugugni dei genovesi. «La società ha più volte superato i limiti della solerzia e della diligenza nell’adempimento dei propri uffici, causando sicuri e notevoli disagi - attacca Assoutenti nella petizione -. Facciamo presente che è assai disagevole provvedere alle richieste di tale azienda che si presenta al pubblico con un unico ufficio per servire tutta la città di Genova spesso con pochi sportelli in funzione e con orari assai limitati».
Fin qui le possibili spiegazioni della rissa di mercoledì mattina e dell’arrivo della forza pubblica. Il fatto è che il Comune, che si serve della Gest Line per incassare, non può chiamarsi fuori dalla polemica. Soprattutto perché è libero di intervenire con tutti i mezzi, fino alla revoca del mandato o almeno alla sua «revisione immediata». Ed è proprio questo che chiedono i cittadini stanchi di code e cartelle pazze. Ma anche di certi metodi che puntano a colpire il debitore con eccessiva durezza. Nelle richieste dei firmatari c’è l’apertura di altri sportelli al pubblico, il riconoscimento del danno in caso di errore senza bisogno di andare per vie legali, la limitazione del ricorso al pignoramento solo nei casi di morosità evidente e nel rispetto delle persone dopo almeno un tentativo di «bonaria risoluzione» della pratica.
Insomma Assoutenti chiede che i genovesi «vengano trattati come cittadini e non come sudditi da spremere come limoni».
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