La vecchia cinghia di un paracadute, ritrovata alla fine di settembre tra i ghiacciai del Tirolo, ci riporta di ottant'anni indietro nel tempo, quando due temerari agenti segreti statunitensi si lanciarono sulla valle di Ötztal per portare a termine quella che è stata considerata una delle più audaci missioni affidate all'Office of Strategic Service nel secondo conflitto mondiale: l'Operazione Greenup.
Se avete visto Bastardi senza gloria, la celebre pellicola di Quentin Tarantino ambientata nella Seconda guerra mondiale in cui alcuni, non vi risulterà difficile immaginare due uomini che sanno parlare tedesco, Hans Wijnberg e Fred Mayer, che dopo essersi arruolati nell'Oss, il servizio segreto precursore della Cia, vengono mandati dietro le linee per trovare un terzo uomo, ufficiale disertore della Wehrmacht Franz Weber, per acquisire informazioni d'intelligence riguardanti la linea di difesa dell'Alpenfestung, considerata l'ultima linea di resistenza nel settore, e sabotare la linea di approvvigionamento che collegava l'Italia e la Germania attraverso il Brennero.
Nella notte del 26 febbraio 1945, al terzo tentativo di lancio, i due uomini saltarono nel buio dal portellone di un B-24 modificato, l'N.977 pilotato dal tenente John Billings, un temerario pilota americano che si fece avanti come volontario quando la Royal Air Force, esperta di infiltrazione di spie dal cielo, non volle assumere l'incarico di atterrare su un piccolo lago ghiacciato che era stato suggerito da Mayer come possibile drop zone o zona di atterraggio per uno dei famosi Lysander, i traghettatori di spie. Pare che il pilota americano, assumendo l'incarico, commentò: "Se sono così pazzi da lanciarsi lì sopra, io sarò così pazzo da portarceli".
Tra i ghiacci del Tirolo
Dopo essersi lanciati da una quota relativamente bassa, i due agenti dellOss, entrambi ebrei, entrambi scappati da Germania e dall'Olanda durante l'ascesa del nazismo, si trovarono sulla cresta del ghiacciaio Sulztaler Ferner, a una quota di circa 3.000 metri. Dopo aver recuperato i contenitori con l'equipaggiamento che erano stati aviolanciati con loro, occultarono i paracadute e i contenitori "Canister", per raggiungere il loro primo obiettivo: la malga Amberger segnalata da Weber. Per loro sfortuna, il Container Light Equipment che conteneva gli sci che avrebbero facilitato la loro discesa a valle non venne localizzato, costringendoli ad affrontare un lungo cammino con la neve all'altezza della cintura.
Dopo aver studiato attentamente ogni mossa e stabilito la radio clandestina con cui avrebbero comunicato con il comando alleato a Bari, Mayer indossò un'uniforme da ufficiale tedesco e, grazie ai documenti falsi e al suo tedesco perfetto, si stabilì senza troppi problemi nella caserma ufficiali di Innsbruck, dove iniziò a sottrarre le prime informazioni utili. Ogni volta che un treno che trasportava armi o materiale bellico era pronto ad attraversare il Brennero, le due spie segnalavano data e ora, i cacciabombardieri alleati comparivano nel cielo con una certa puntualità, e gli piombavano addosso, privando l'esercito tedesco di risorse essenziali per continuare a sostenere il conflitto.
Dopo tre mesi passati a fingersi un ufficiale tedesco nella "capitale del Gau", Mayer ricevette l'ordine di infiltrarsi in uno dei siti sotterranei dove venivano fabbricati i temibili caccia a reazione Messerschmitt Me 262. Messa da parte la divisa e il suo accento tedesco con inflessione austriaca, si sarebbe finto un elettricista francese fedele al governo di Vichy, per sabotare quanti più apparecchi poteva. La sua identità di copertura venne però "bruciata" da un trafficante del mercato nero con cui era entrato in contatto, che lo aveva denunciato come spia. Catturato dalla Gestapo, Mayer verrà torturato per giorni senza rivelare la posizione della radio e del suo compagno, Hans Wijnberg.
Un inganno fortuito
Destinato a morte certa, Mayer diventerà protagonista di una peculiare vicenda che non solo gli renderà salva la vita, ma contribuirà a impedire la distruzione di Innsbruck dichiarata "città aperta". Un altro agente dell'Oss caduto nelle mani della Gestapo Hermann Matull, riesce a convince i tedeschi che l'uomo che stanno torturando è un "pezzo grosso" dello spionaggio americano. Un profilo di alto valore che i tedeschi avrebbero dovuto proteggere e sfruttare in qualche modo, invece di torturarlo a morte e giustiziarlo.
L'inganno funzionò. Mayer venne condotto di fronte a un ufficiale di alto rango, Franz Hofer, il Gauleiter del Tirolo, che insieme all'ambasciatore tedesco presso la Repubblica Sociale Italiana, Rudolf Rahn, si offrirà di trattare la resa della regione con lui, un semplice sergente ebreo che si era paracadutato come spia per comunicare informazioni via radio. Una "pedina" senza nessun potere. I termini della resa vengono comunicati a un certo Allen Welsh Dulles - futuro capo della Cia - che in quel momento era referente dell’Oss a Berna, e l'affare è fatto.
Il 3 maggio del 1945, la 103° divisione americana arriva a Innsbruck sotto il comando del Maggiore Bland West, un ufficiale dell'intelligence che aveva il potere di trattare realmente la resa. Mayer e Wijnberg non sono più due spie dietro le linee.
Per il direttore della Cia William J. Casey, che fu a capo dell'agenzia del 1981 al 1987, Greenup può essere considerata "L'operazione di spionaggio di maggior successo della Seconda Guerra Mondiale compiuta dall'OSS".
Quel brandello di tessuto militare grigio, ritrovato da alcuni ricercatori insieme alle cinghie del paracadute, entrambi compatibili con l'equipaggiamento impiegato dall'intelligence alleato, e rimasto seppellito tra i ghiacci per ottanta lunghi anni, è qualcosa di più di un cimelio. È il simbolo del coraggio di uomini e donne che operando dietro le linee nelle condizioni più pericolose che si potessero immaginare, hanno contribuito a fare la storia.