Il Comune ci riprova Nessuno vuol gestire le case affidate ai rom

Il Comune di MIlano lancia un nuovo avviso dopo due gare deserte. Si tratta dei 33 alloggi assegnati ai nomadi di Vaiano Valle

Il Comune ci riprova Nessuno vuol gestire le case affidate ai rom
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È stata una storia di degrado e delinquenza lunga 25 anni, il campo nomadi abusivo di Vaiano Valle sgomberato il primo settembre del 2022 era spuntato nel 1997 e negli anni i rom avevano tirato su 37 fabbricati abusivi. Per chiudere la baraccopoli il Comune ha traslocato 33 famiglie in alloggi temporanei, una soluzione frutto di un accordo condiviso con prefettura, Regione e Aler Milano.

Il «progetto Vaiano Valle» ha ottenuto dall'ex governo un finanziamento straordinario pari a 515mila euro per avviare un percorso di «accompagnamento» abitativo e sociale che porti le famiglie a rendersi autonome e inserirsi nella comunità. A fine ottobre il Comune ha lanciato un bando per affidare il servizio di supporto all'attuazione del progetto, ma alla scadenza dei termini il 13 dicembre non è pervenuta nessuna domanda. Gara deserta. Lo scorso marzo un nuovo tentativo, questa volta invitando alla procedura otto operatori economici individuati come soggetti che già svolgono attività analoghe, «con competenza ed esperienza».

Le offerte e la documentazione di gara dovevano essere trasmesse in formato elettronico entro e non oltre le ore 12 del 3 aprile, «pena l'irricevibilità», ma alla data di scadenza (di nuovo) non sono arrivare offerte. Buona la terza? Chissà. Il Comune ci riprova, lancia un nuovo Avviso pubblico esplorativo che sarà aperto per dieci giorni, da domani fino alle ore 16 del 13 luglio e punta ad «ampliare la possibilità di partecipazione al più esteso numero di operatori economici» che saranno successivamente invitati a partecipare ad una procedura negoziata vera e propria. Sempre che qualcuno si faccia avanti. Il valore del servizio ammonta a 349mila euro, la durata dell'impegno 24 mesi. Il compito è delicato e anni di occupazione abusiva dei terreni da parte dei nomadi non costituisce un curriculum convincente.

Gli alloggi che l'operatore viene chiamato a gestire sono 33, tutti di proprietà dell'amministrazione comunale, tra le prestazioni richieste c'è anche la «gestione delle spese che ciascun nucleo familiare è tenuto a versare per il pagamento della tassa rifiuti, delle spese condominiali e, a partire dal secondo anno, della compartecipazione al canone di locazione sociale», pari al 20% del totale. Il gestore dovrà verificare il corretto versamento delle spese e inviare gli eventuali solleciti, provvedere agli interventi di piccola manutenzione degli alloggi che si rendessero necessari nel corso dell'appalto (dalla rottura di vetri e serramenti a piccoli interventi idraulici).

Accanto a questo dovrà occuparsi delle attività di accompagnamento socio assistenziale ed educativo, con progetti

personalizzati per favorire il superamento della condizione di bisogno e favorire l'inserimento al lavoro. Dopo tre richiami scritti formali, chi non rispetta i percorsi potrà essere invitato a lasciare libero l'alloggio.

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