"Il Comune ci stritola". Antiquari e rigattieri, addio a Brera e Navigli

Le associazioni: "Plateatico raddoppiato, costi e straordinari dei vigili: così è meglio chiudere"

"Il Comune ci stritola". Antiquari e rigattieri, addio a Brera e Navigli
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Tempi bui per le bancarelle di antiquariato milanesi. Dopo i negozi, dopo gli spazi culturali, dopo le librerie, l'amministrazione sta rendendo sempre più difficile l'attività dei rigattieri. Con l'anno prossimo la tassa richiesta ai piccoli esercenti per l'occupazione del suolo pubblico il cosiddetto plateatico sarà addirittura raddoppiata. Zitto, zitto, senza sbandierare la nuova esosa gabella ma anzi, cercando di renderla meno indigesta, il Comune sta provando a dilazionare il dazio in un triennio. "L'anno scorso l'aumento è stato del 5%, quest'anno idem. Nel 2026 ci verrà richiesta una cifra raddoppiata" spiega Luigi Tanzini, presidente Aparr (Associazione piccoli antiquari, rigattieri e restauratori) di Brera.

Il provvedimento non riguarda i mercati settimanali di orto frutta ma quelli artistici e culturali, oltre a Brera il Mercatone dei navigli, quello dei libri in piazza Diaz e Asso Duomo che posizionano le bancarelle una domenica al mese secondo un calendario condiviso.

La batosta in arrivo potrebbe segnare la parola fine per l'attività di molti antiquari, da tempo in crisi. "Quel che consideriamo grave è che il Comune non abbia mai risposto alle nostre richieste di incontro aggiunge Marco Mastromauro, presidente dell'associazione del Naviglio Grande che gestisce il Mercatone dell'Antiquariato Si vorrebbe chiedere un frazionamento ulteriore del raddoppio. Scriviamo da mesi ma nessuno ci ha mai risposto. Il Mercatone comprende 300 bancarelle, a differenza degli altri mercati noi dobbiamo sostenere anche gli aumenti delle spese per i vigili che si posizionano ai varchi di accesso in Ripa ticinese, Alzaia e via Corsico. Questo servizio che i cittadini credono essere pubblico è in realtà sostenuto da noi e negli ultimi due anni è aumentato del 40%".

Il timore è che l'impatto economico porti molti commercianti a rinunciare al proprio spazio espositivo. "Il nostro è un lavoro che negli anni ha sofferto, fino a qualche anno erano ancora parecchi i collezionisti, oggi sono in pochissimi a desiderare un articolo prezioso, molti di noi hanno rinunciato a vendere mobili, le richieste sono cambiate, gli acquirenti preferiscono i piccoli oggetti vintage o di modernariato- racconta Tanzini- Qui a Brera negli anni '70-'80 eravamo benvoluti dall'amministrazione. Il Comune ci chiamava per ripopolare il centro durante i fine settimana, l'atto costitutivo della nostra associazione è stato firmato nell'ufficio legale di Palazzo Marino. Eravamo in 62, poi, piano piano abbiamo ceduto lo spazio ai dehors dei ristoranti e siamo rimasti in 50".

La città ha cambiato volto, anche sui Navigli. "Oggi ci sono solo locali spiega Mastromauro Sono stato costretto a lasciare il mio laboratorio di restauro dopo 36 anni: apriranno anche qui un ristorante. Al di là degli acquisti in calo, il Mercatone ha un valore storico, culturale e sociale. I turisti arrivano da tutta Europa, siamo il mercato più conosciuto ma se oggi ci ritroviamo condizioni sempre più difficili per poter lavorare andrà a finire che venderemo gli oggetti online".

La politica del Comune pare andare in direzione opposta alle attività commerciali: "quest'anno è stata la prima volta che non abbiamo potuto disporre le bancarelle durante il Salone del Mobile conclude Tanzini Non ci è stata data nessuna spiegazione". Così anche i mercatini dell'antiquariato sono destinati a sparire, in parte perché i gusti sono cambiati, in parte perché tra stangate e paletti in molti sono costretti ad alzare bandiera bianca.

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