Comune e Regione alleati su Fiumicino: «Resti un hub ma niente guerra con Milano»

Enti locali alleati per la difesa di Roma sulla questione Alitalia e sulla minaccia che Fiumicino possa diventare uno scalo secondario rispetto a Malpensa. Ma nessuno scontro con Milano. Ieri il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha spiegato di essere chiaramente «dalla parte di Fiumicino, ma credo - ha aggiunto - che ci sia una forte complementarietà con Malpensa, perché i due scali sono collocati in due aree diverse». Ricordando che «non si è mai vista in Europa una capitale che rinuncia ad avere un hub internazionale e intercontinentale di prima importanza», il sindaco ha sottolineato che «nessuno vuole ridimensionare Malpensa, ma non si facciano pagare a Fiumicino le contraddizioni che, magari, ci sono tra Malpensa e Linate».
Sulla stessa lunghezza d’onda anche il presidente della Regione Piero Marrazzo, che ieri ha scritto una lettera aperta al presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni, al sindaco di Milano Letizia Moratti e al presidente della Provincia Milano Filippo Penati. Nella missiva il governatore laziale spiega di ritenere «che Fiumicino sia l’hub della capitale e del Mediterraneo e che sia venuto il momento di non fare una guerra tra poveri ma di affrontare le questioni insieme». «Siamo convinti - ha aggiunto Marrazzo - che la liberalizzazione del mercato rappresenti la possibilità per Fiumicino e Malpensa di concorrere sul mercato nazionale ed internazionale. Allora sediamoci ad un tavolo e poi insieme andiamo dal governo». Marrazzo ha poi aggiunto: «Non posso pensare, avendo già pagato un prezzo altissimo per i lavoratori dell’Alitalia che non hanno più un lavoro, che ci sia una guerra tra Roma e Milano che poi alla fine pagano sempre i lavoratori».
Se la prende con Milano invece Alfredo Pallone, coordinatore regionale e capogruppo di Forza Italia al consiglio regionale. «Le pressioni sempre più incessanti delle ultime ore nei confronti del governo sulla vicenda del nuovo partner commerciale straniero di Cai devono terminare quanto prima. Ricordo a tutti che senza l’intervento del presidente Berlusconi nella scorsa primavera, all’indomani del no dei sindacati all’offerta francese, la compagnia aerea sarebbe miseramente fallita e di questo avremmo dovuto ringraziare Prodi e il suo Governo». Pallone trova comunque «non tollerabile che si continui a tirare per la giacchetta Berlusconi solo per interessi campanilistici, facendo della facile demagogia su tutta questa vicenda. Mi sembra ovvio che alla fine dovrà necessariamente prevalere l’interesse nazionale rispetto a quello locale».
Tira in ballo Alemanno e Marrazzo Luciano Ciocchetti, segretario regionale dell’Udc, che il 23 dicembre chiese in una lettera aperta chiarimenti sulle sorti di molte famiglie e lavoratori di Fiumicino. «È assurdo - dice Ciocchetti - che ancora siano incerte le sorti di Fiumicino e Malpensa e dei lavoratori. Fin dall’accordo di Palazzo Chigi, i lavoratori dell’area di Fiumicino che venivano penalizzati erano circa 10mila, di cui 6mila ex lavoratori a tempo indeterminato e 4mila ex lavoratori precari.

A oggi, nel momento dell’implementazione, questi numeri si sono modificati in peggio andando a incidere direttamente sul personale assunto dalla nuova società e indirettamente su tutto l’indotto legato alle attività aeroportuali».

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