Diego Pistacchi
Era troppo chiedere al Comune di informare i cittadini che il buco della Sanità è pari alla metà di quello sbandierato dalla giunta Burlando e che quindi le nuove tasse regionali non hanno neppure la giustificazione minima con la quale sono state presentate. Anche perché questa informazione era presente solo su «Il Giornale», cioè, purtroppo per i genovesi, sullunico quotidiano che la rassegna stampa di Palazzo Tursi ignora. Perché sul sito internet del Comune cè uno spazio dedicato allufficio stampa che cura tra le altre cose un sunto delle principali notizie del giorno riportate dai giornali. Da quasi tutti i giornali.
Sulla scelta degli argomenti, ci mancherebbe, lufficio stampa del Comune, ha il pieno diritto di scegliere quelle che ritiene più significative e interessanti per i cittadini. E ci sta anche che venga considerato più utile dire ai genovesi che «via Fiasella vuole diventare amica dei bambini» o che «la cultura viaggia su internet» piuttosto che far capire perché pagheranno molto di più grazie alla stangata Burlando-Pittaluga. Il fatto davvero singolare è piuttosto dover notare che «Il Giornale», da almeno due mesi e mezzo a questa parte, non è stato capace di dare notizie degne dellinteresse di un cittadino genovese.
Volendo escludere il dolo, la censura e la scarsa attenzione che un nutrito di dipendenti addetti (alcune «pagine» sono firmate a cura del capo ufficio stampa Simonetta Menini e di tre suoi diversi collaboratori), non resta che lautocritica da parte della redazione genovese del «Giornale». Anche perché dall1 settembre 2005 a oggi, a dire il vero, una notizia tratta dalle pagine proibite cè stata. Ed è uscita proprio grazie al forfait degli altri colleghi, in occasione dellultimo sciopero dei giornalisti, quando in edicola cerano solo «Il Corriere Mercantile» e appunto «Il Giornale». Su due giorni di parziale black out dellinformazione sono stati riportati titoli e sunti di sei «pezzi» dellex quotidiano del pomeriggio, e uno solo del «nostro». Uneccezione che ha stupito, visto piuttosto la puntuale esclusione da tutte le altre rassegne stampa degli ultimi due mesi e mezzo, nelle quali invece sono sempre state citate, almeno una volta al giorno le altre testate e i loro servizi.
È anche obiettivamente comprensibile che il Comune di Genova non pubblichi sul proprio sito quegli articoli che, come spesso accade sulle pagine genovesi del «Giornale», mettono in evidenza alcune carenze della pubblica amministrazione cittadina. O che invitano i genovesi a riflettere su quelle spese deliberate dalla maggioranza di Palazzo Tursi in tempi di annunciate vacche magre e di pesanti tagli imposti dalla Finanziaria, unica responsabile dei buchi nei bilanci dei sindaci. Il fatto è che, giustamente, sul sito www.comune.genova.it non vengono riportate solo notizie relative allamministrazione cittadina, ma si dà ampio risalto anche alle vicende sportive di Genoa e Samp, al Salone Nautico, allarte, allinfluenza aviaria, o alle previsioni del tempo. E comunque vengono accettate e riportate anche le critiche alloperato di Tursi, ma solo se sostenute da altri quotidiani, siano essi prettamente locali o nazionali con edizioni locali, purché però non siano «Il Giornale».
Inevitabile ma logica conseguenza anche il fatto che ai convegni come quello di lunedì 14 novembre sul «Vivere e abitare nel centro storico» non vengano neppure invitati giornalisti di una testata che non merita la citazione in rassegna stampa, al contrario di cronisti di «La Repubblica», «Il Corriere Mercantile» e «Il Secolo XIX», la cui presenza alla tavola rotonda viene al contrario annunciata anche dai comunicati di Palazzo Tursi.
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