La giunta Moratti ha sciolto le righe. Ultima seduta del mandato senza il sindaco, che ieri pomeriggio era impegnato fuori Palazzo. E anche se gli assessori in fibrillazione elettorale hanno votato quasi duecento delibere in mezz’ora, tanto è bastato per un finale con polemica. Nel mirino (ancora una volta) quello alla Cultura Massimiliano Finazzer Flory, il Comune ha stanziato i 2,5 milioni di euro previsti per il Festival Mi-To, in scena tra e il 22 settembre tra Milano e Torino. Jazz, pop, classica, avanguardia, musica di ogni genere riempirà teatri, piazze, anche i mezzanini del metrò. Una rassegna che raccoglie successi un’edizione dopo l’altra, e quest’anni segna la numero cinque. «Diciamo che ormai è ben avviato, va bene lo start up ma dopo tante edizioni potrebbe camminare molto di più con le proprie gambe - osserva l’assessore leghista al Marketing territoriale, Alessandro Morelli -. Se attira sempre più spettatori, può avere lo stesso appeal con sponsor e privati». IL finanziamento comunale «in futuro dovrebbe ridursi almeno di 500mila euro, da destinare a realtà più piccole del territorio che faticano a sopravvivere». Dissente l’assessore Finazzer, e dà una stoccata al Carroccio che ha gestito prima con Massimiliano Orsatti e poi con Morelli le deleghe del Marketing: «Ha fatto molto più Mi-To per la promozione della città della politica in questi anni». E «rispetto all’anno scorso abbiamo già ridotto i fondi, che sono pari a quelli messi da Torino, di mezzo milione. Più sotto non si può andare, non è solo il festival ma il settore in generale della cultura che avrebbe bisogno di più soldi se vogliamo rapportarci a capitali come Londra o Parigi». Ma fa asse con il lumbard anche un assessore del Pdl, quello alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna, ricandidato alle comunali. E «girando a fare campagna nei mercati la gente continua a chiedere aiuti per l’acquisto delle medicine o per la casa. Con la cultura non si mangia e in tempi di crisi bisogna razionalizzare i costi». Tagliati quelli per le giornate di festa «Parco inComune» organizzate dall’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo, erano quattro gli appuntamenti già in calendario per un totale di 400mila euro. «Mi dispiace - ha commentato - si potevano salvare almeno i due programmati durante l’estate». Bimbi e famiglie dovranno rinunciare ai laboratori di trucco, Ghisalandia, trampolieri.
E visto che la coperta del bilancio è corta, tra gli ultimi provvedimenti votati ieri dalla giunta che l’accelerazione per vendere il 18 per cento delle quote del Comune nella Milano-Serravalle, la ex Milano-Genova. Un’uscita dalla società autostradale che ha avuto il via libera con la «finanziaria» di Palazzo Marino in aula lo scorso gennaio, allora l’assessore al Bilancio aveva stimato un incasso di 170 milioni di euro. La delibera di ieri approva formalmente il via libera al processo e ordina una seconda perizia, «contiamo di avviare il procedimento di gara entro il mese di luglio» anticipa Giacomo Beretta.
Ha richiesto (e ottenuto) solo il patrocinio del Comune la mostra «Avanti popolo, il Pci nella storia d’Italia» promossa dalla Fondazione Elio Quercioli.
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