Comune in retromarcia sui posteggi e costruttori già pronti a fare ricorso

Vertice tecnico a Palazzo Marino sui cantieri di piazza Sant’Ambrogio e piazzale Lavater. Si rischia un altro caso Darsena ma l’assessore Maran è fiducioso: non ci saranno strascichi

Comune in retromarcia sui posteggi e costruttori già pronti a fare ricorso

Il destino dei parcheggi di piazza sant’Ambrogio e di piazzale Lavater è appeso a un filo. O meglio, la strada che ormai sembrava segnata, potrebbe subire delle deviazioni di percorso. Sembra, infatti, che l’intenzione della nuova amministrazione sia quella di mettere mano al piano parcheggi, partendo proprio dai due opere simbolo della lotta (persa) dei comitati cittadini.
Una situazione, quella del piano parcheggi, che come un testimone avvelenato si passano le amministrazioni di mandato dopo mandato. I bandi di gara per i due autosilo in questione, infatti, hanno origine nell’era Albertini, vengono ereditati da Letizia Moratti (rivedendo il piano parcheggi la giunta aveva ritenuto di mandare avanti quelli già avviati, cancellando quelli rimasti sulla carta e ritenuti non più indispensabili) e che ora passano nelle mani di Giuliano Pisapia. Contro la realizzazione dei due parcheggi sotterranei non si era mossa solo la gente comune, ma erano intervenuti intellettuali, architteti, critici, storici dell’arte, l’assessore Vittorio Sgarbi che aveva fatto opposizione dall’interno al progetto di Sant’Ambrogio. Contro l’opera piazzale Lavater, invece, era sceso in campo addirittura il colonnello dell’area An del partito Ignazio La Russa.
Ora anche la giunta Pisapia vuole dire la sua. O, meglio, il sindaco sembra intenzionato a mantenere la promessa fatta durante la campagna elettorale: «Questa piazza è salva e se verrò rieletto miglioreremo questa e tante altre piazze di Milano» aveva detto l’avvocato il 18 maggio scorso. E se per la piazza alberata, difesa da Gillo Dorfles, tornare indietro sarebbe molto più facile dal momento che il cantiere ancora non è stato aperto, molto più complessa è la situazione di piazza Sant’Ambrogio, dove il cantiere è aperto e avviato da 8 mesi. Revocare le concessioni - il caso Darsena insegna - rischia di essere molto costoso. Per la causa amministrativa - si attende la sentenza del Tar - tra la Progetto Darsena spa e il Comune, si parla di 10 milioni di euro di richiesta danni che Palazzo Marino rischia di dover pagare. Così si aggira sui 10 milioni di euro anche l’eventuale costo della revoca della concessione per la realizzazione dell’autosilo sotto la basilica romanica. «Al momento - spiega Carlo de Albertis, presidente di Assimpredil e titolare della società che ha vinto l’appalto - nessuno da Palazzo Marino ci ha detto niente, noi andimao avanti come sempre. Ci sono carte, permessi della sovrintendenza, autorizzazioni tutto è in regola. Per revocare uan concessione in nome dell’autotutela ci devono essere dei validi motivi e, nel caso, dovremo ricorrere nelle sedi opportune».
L’assessore ai Lavori pubblici Lucia Castellano ieri ha incontrato i dirigenti del setore per avere un quadro della situazione, «ma la vicenda è molto complessa e dura da una decina di anni». Ma ancora nulla è deciso. Certamente la situazione di piazzale Lavater è più semplice perché il cantiere non è ancora stato aperto.

C’è chi in giunta come Pierfrancesco Maran, assessore alla Mobilità si dice ottimista sul fatto che si riuscirà a cancellare il parcheggi di piazzale lavater senza incimapare in penali e cause legali. L’intenzione sembra essere quella di rispettare gli impegni presi con gli elettori.

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