Cronache

Il Comune si rifà le regole «in casa» per far valere il piano urbanistico

Il Comune si rifà le regole «in casa» per far valere il piano urbanistico

Un'unica parola: «sanare». Il suono riecheggia forte a Palazzo Tursi, quando la giunta presenta in consiglio comunale la delibera, poi approvata, che permette di superare il vizio procedurale che secondo il Tar, ha determinato l'annullamento del Piano urbanistico comunale (Puc). «Casus belli» dell'annullamento, il ricorso presentato da un gruppo di abitanti contro la costruzione di un edificio residenziale in un'area verde fra via Pirandello e via Bosio, ad Albaro, mediante il controverso meccanismo dei volumi (in questo caso da Voltri ad Albaro). Ma la giunta porta in aula la «macchina del tempo» e sana quei vizi procedurali nell'approvazione del Puc. Pericolo dunque scongiurato, per tanti, ma non per tutti. La delibera del pasticcio Puc passa, ma con non poche perplessità dopo che maggioranza e opposizione sono state chiamate a esprimersi sulla delicata questione legata al Puc, dopo la sentenza choc del Tar. E per superare questo ostacolo, che avrebbe bloccato di fatto lo sviluppo della città e messo ai rischio i posti di lavoro, il sindaco ha chiesto, e ottenuto, che le forze politiche non facessero passi indietro. Insomma, non un ritorno al passato, piuttosto puntare a risanare il Puc, senza scrolloni politici. E i numeri c'erano. Nessun ostruzionismo, anche se Alessio Piana capogruppo del Carroccio, ha voluto ribadire che: «la giunta sapeva benissimo che il Puc era a rischio e sarebbe dovuta intervenire molto prima». Il Pdl e la Lega pur essendo presenti, non hanno votato, mentre l'unico a ufficializzare il suo voto contrario è stato il consigliere d'opposizione Gianni Bernabò Brea, che ha parlato: «C'è il rischio che i ricorsi diventino migliaia». Malgrado il sindaco avesse chiesto a gran voce: «la giunta propone al consiglio comunale, in merito alla portata dell'annullamento del Puc, da parte del Tar, di condividere l'orientamento giurisprudenziale seguito anche dal Tar in altre sentenze precedenti, che fa proprio il principio di corrispondenza tra la portata del ricorso e la sentenza del giudice, in modo che si operi limitatamente all'oggetto del contendere. Dunque, ripercorrere "ora per allora" la fase terminale del processo di approvazione del Prg e completare la sua trasformazione in Puc».
Orientamento condiviso, ma che non lesina critiche soprattutto dalla minoranza: «Assicuriamo il numero legale, perché è una delibera troppo importante per la città - spiega Emanale Basso del Pdl - Resta il fatto che noi siamo contro la delibera. La responsabilità è tutta della maggioranza. Parliamo di una delibera frettolosa, che passa in Consiglio senza passare prima in Commissione, dove gli uffici avrebbero potuto dare chiarimenti in materia urbanistica e legale. La formula "ora per allora", a mio avviso, riapre i termini di eventuali impugnazioni». Anche Enrico Musso parla di pasticcio complesso, che danneggia notevolmente la situazione economica. Ed è sempre il consigliere di opposizione a lanciare la sfida: «bisogna responsabilizzare qualcuno che non sia soltanto il sindaco in materia di urbanistica. Nulla togliendo ai meriti del primo cittadino, è opportuno, mai come adesso, che l'assessorato all'urbanistica sia attribuito ad altri». C'è spazio per la polemica anche quando la segreteria generale dichiara invotabile l'ordine del giorno della «grillina» Manuela Cappello del gruppo misto, che chiedeva la revoca della concessione ai costruttori del park dell'Acquasola.

Approvato invece il riconoscimento del debito fuori bilancio a seguito di sentenza del tribunale di Genova.

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