Comune, tecnologia «manuale»

Comune, tecnologia «manuale»

Chi, visitando il sito internet del Campidoglio avrebbe mai pensato che le scartoffie vengano notificate a mano e che, per sbrogliare la matassa di corrispondenza tra Comune, municipi e dipartimenti vengano occupati ogni giorno, un centinaio di impiegati tra funzionari, uscieri e agenti della Municipale? Solo un osservatore attento.
Negli uffici della capitale tutto è ancora affidato a carta e penna. Malgrado le risorse impegnate per l’informatizzazione del sistema il lavoro di smistamento della posta è ancora manuale. Quasi non ci fossero i soldi per affidarsi a sistemi più evoluti. Solo nel 2007 sono stati impegnati 8,5 milioni di euro tra aggiustamenti di bilancio e anticipi di cassa per il comparto informatico e telematico (200mila euro per le utenze; 4,3 milioni per la prosecuzione dell’assistenza informatica; un milione per l’incremento di utenze e 3milioni per l’assistenza sistemistica). Quanto alla spesa annua per gli stipendi dei 12 funzionari dell’Ufficio corrispondenza alle dirette dipendenze del Gabinetto del sindaco che ci hanno a che fare con un migliaio di lettere al giorno, nonché altri due dipendenti per dipartimento e per municipio dedicati solo alla gestione della posta, questa va a toccare altri 500mila euro. Senza aggiungere che per il recapito della posta tra uffici decentrati e centro storico vengono utilizzate una cinquantina di auto al giorno. Numeri ai quali si va ad aggiungere l’altra quarantina di mezzi della polizia municipale impegnati per lo smistamento di altra corrispondenza tra il corpo dei vigili e l’Ufficio protocollo. Agli esborsi vanno aggiunte pure quelle per le spedizioni esterne: altri 1,100milioni all’anno. «Ma non sarebbe ora di affidarsi alla posta elettronica certificata?». E non è una domanda retorica. Se lo chiede il presidente della commissione Trasparenza del I municipio Fabrizio Sequi (Fi) che propone alla giunta Veltroni di affidarsi a sistemi all’avanguardia: «Contando gli 11mila pc collegati in rete e utilizzati dai circa 26mila dipendenti basterebbe dotare i terminali di un programma di certificazione e protocollo cosicché il risparmio su notifiche e recapiti sarebbe immediato. Non servirebbe neppure formare i dipendenti per l'utilizzo di questi nuovi programmi visto che tutti hanno seguito opportuni corsi di aggiornamento informatico».
Insomma non si tratta di mettere alla berlina il Campidoglio piuttosto di analizzare le magagne gestionali più semplici e passare poi alla critica costruttiva. Sì, perché nonostante l’impegno ossequioso nel mandare avanti la macchina artigianale delle scartoffie i risultati che si ottengono non sono nemmeno ottimali. «In I municipio, un atto, dalla sede di via Giulia a quella di via Petroselli può impiegare anche tre settimane.

Qualche settimana fa - racconta Sequi - lo stesso direttore del dipartimento Personale, Pietro Barrera, ricordava che l’utilizzo dei fax poteva snellire la trafila burocratica delle comunicazioni quotidiane. Chiacchiere, perché tutte le postazioni fax esistenti sono, nel 70 per cento dei casi, guaste per mancanza di manutenzione. Noi nel I municipio abbiamo acquistato il fax del servizio consiglio da soli».

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