Il Comune in tribunale per difendere il Bagutta dallo sfratto

AFFITTO Per tutelare i vecchi locali, la giunta impedirà aumenti improvvisi del canone

«Questo sfratto non s’ha da fare». Parola dell’assessore alle Attività produttive. Giovanni Terzi ha garantito che l’8 aprile sarà anche lui in tribunale accanto alla famiglia Pepori. Obiettivo del Comune e dei gestori è salvare a qualsiasi costo tra Trattoria Bagutta, una dichiarazione di guerra contro i proprietari dei muri che rivendicano gli spazi del locale. Perchè insieme alla storica bottega aperta 86 anni fa rischierebbe di morire anche il primo premio letterario italiano nato durante una cena nel 1926 da uomini di cultura come Paolo Monelli, Riccardo Bacchelli, Mario Vellani Marchi. La settantaquattresima penna premiata con il Bagutta è stata quest’anno quella di Corrado Stajano, con «La città degli untori», ma prima di lui sono stati consacrati nel corso delle edizioni nomi come Carlo Emilio Gadda (nel 1934), Italo Calvino (nel 1959), Primo Levi (nel 1967), Roberto Arbasino (1994). Tanto per citare. Giovedì prossimo il giudice dovrà fissare la data per il rilascio dei locali, Ma anche Palazzo Marino alza gli scudi per evitare che «venga commesso un grave danno per la città, capisco i privati ma questo è un pezzo della storia di Milano». Ricorda che il Bagutta è già stato considerato in passato patrimonio storico dal Ministero per i Beni culturali, il passo successivo sarà quindi coinvolgere il ministro Sandro Bondi per mettere il vincolo per tutelare il locale e «una serie di botteghe storiche che rischierebbero di scomparire nei prossimi anni, vogliamo che siano considerate come case-museo, anche per i loro arredi che non avrebbero lo stesso significato se non con quella destinazione d’uso. Non vogliamo insomma che gli affreschi storici e le centinaia di ritratti-caricature alle pareti o i tavoli diventino semplicemente dei mobili per un negozio di abbigliamento o un altra attività commerciale». Il percorso di salvataggio delle botteghe storiche passerà per una delibera che l’assessore presenterà in giunta entro un paio di settimane, e che prevederà appunto il coinvolgimento del ministero per la richiesta di vincolo su alcuni locali storici e una serie di tutele per chi «tiene duro»: «Inseriremo dei meccanismi di premialità, affinché chi manda avanti una bottega storica non si possa vedere improvvisamente alzato l’affitto alle stelle». La linea di difesa passerà anche dagli arredi, appunto, e il caso Bagutta farà scuola: «Il vincolo di destinazione d’uso dei locali potrebbe essere esteso anche agli arredi, hanno quel valore storico proprio perché fanno parte della trattoria».
Contro lo sfratto si sono schierati Italia Nostra e l’associazione Locali storici d’Italia. All’appello «salviamo il Bagutta» hanno fatto seguire un ricorso, la richiesta di vincolo per tutelare il locale. E al sindaco Letizia Moratti chiedono appunto «un aiuto concreto per questo e altri locali storici» e citano il Comune di Firenze che «per le più importanti botteghe prevede il vincolo sulla destinazione d’uso». La linea anticipata appunto anche dall’assessore Terzi, che vuol però un impegno diretto anche del Ministero.

Il Bagutta «rappresenta un capitolo molto importante della nostra cultura - sottolinea il presidente milanese di Italia Nostra, Luca Carra -, può vantare un locale irripetibile per lo straordinario patrimonio museale del Premio, come la saletta Cenacolo e gli affreschi». E ristorante e Premio, ribadisce il direttore dell’associazione Locali storici d’Italia, Claudio Guagnini - sono una cosa sola».

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