Il Comune vuol dare più colore a Milano

De Corato presenta il piano per il nuovo arredo urbano

Pamela Dell’Orto

Piazza Cordusio. Simbolo della Milano che lavora e si sposta in fretta, della città in cui convivono mille epoche e mille esigenze. Prendete l’insegna di McDonald’s che guarda la facciata della vecchia Borsa (oggi palazzo delle Poste), costruita a fine Ottocento (secondo i canoni del Cinquecento), che a sua volta si affaccia sulla modernissima pensilina Atm. Denominatore comune: il grigio, biglietto da visita della Milano discreta e lavoratrice. Ora provate a immaginarla diversa. Archetti e pensiline, lampioni e cestini: tutto colorato. Risultato: una città diversa. Più viva. Il Comune ci sta pensando, a dare un po’ di colore a Milano. Per questo ieri il vicesindaco De Corato ha presentato il «piano colore». Uno studio sull’arredo urbano milanese (che arriverà in Consiglio comunale la prossima settimana) del laboratorio Luce e colore della facoltà di Design del Politecnico, curato dal preside Alberto Seassaro e coordinato dal professore Mario Bisson. Il «piano» ha preso in considerazione diverse zone della città, una banca dati ha schedato tutto ciò che ci circonda: dai cestini alle cassette della posta alle panchine. E, sorpresa: i colori dominanti, dice lo studio, oltre ai grigi, sono i verdi e i rossi, complici le insegne e i corrimano della metropolitana. Di qui la «provocazione» applicata dal gruppo di studio a piazza Cordusio: e se tutto l’arredo urbano diventasse blu? O rosso? «Nel primo caso si crea una dissonanza, il secondo sarebbe fastidioso».

«Io invece vedrei bene il giallo o il rosso, ma è una mia opinione - ha detto De Corato -. Certo, a due mesi dalla scadenza del mandato non possiamo metterci a colorare la città. Abbiamo posto dei criteri, poi sarà la politica a proporre i colori giusti. Non solo per il centro, ma anche per le periferie».

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