da Milano
Dopo la facoltà di tassare, per gli Enti locali è arrivato il colpo di spugna. Il condono è nascosto nel decreto «Milleproroghe», approvato laltroieri alla Camera dei deputati dalla sola maggioranza, con il centrodestra che ha disertato il voto tra forti polemiche. Da ieri le amministrazioni con i conti 2006 in rosso che hanno violato il Patto di stabilità non pagheranno alcuna sanzione. «Per lanno 2007 - si legge allarticolo 8-sexies del Milleproroghe - agli enti che non abbiano rispettato per lanno 2006 le regole del patto di stabilità interno non si applicano le disposizioni previste dallarticolo 1, comma 561, della legge 27 dicembre 2006, n. 296».
Una specie di «indulto» mascherato per la stragrande maggioranza delle amministrazioni comunali, molti dei quali guidata dal centrosinistra, chiesto a gran voce dallAnci, lassociazione che riunisce i Comuni italiani. «La rimozione di questi vincoli è positiva - commentano i vertici dellAnci - perché così si impediva agli enti di reclutare personale con qualunque tipo di contratto, creando fortissime difficoltà ai Comuni e rendendo, di fatto, estremamente difficoltoso lo svolgimento delle funzioni essenziali assegnate dallordinamento».
Ma non tutte le amministrazioni sono daccordo. Il più feroce è stato il sindaco di Viterbo, Giancarlo Gabbianelli, membro dell'ufficio di presidenza dellAnci: «Quella del Milleproroghe è stata lultima perla della minoranza governativa - sostiene lamministratore laziale -. Già la Finanziaria approvata lo scorso dicembre, al comma 701, aveva cancellato il taglio del 10% alla spesa corrente e il divieto allindebitamento per investimenti. Sanzioni previste - sottolinea Gabbianelli - dal comma 33 della legge finanziaria per il 2005 approvata dal centrodestra». La norma cancellata ieri dal «Milleproroghe» era «lunica sanzione vera che la Finanziaria di Padoa-Schioppa aveva salvato. Così - conclude il sindaco di Viterbo - chi ha avuto ha avuto e chi ha dato ha dato, come diceva Totò, che era molto più serio e professionale dellattuale governo. Altro che lotta ai condoni e dei suoi sostenitori». La decisione della Camera, insomma, smentisce il presunto «rigorismo» sbandierato dal governo e si inserisce in quella politica dei condoni che questa maggioranza aveva annunciato a più riprese di non voler più percorrere.
I più penalizzati sono le piccole amministrazioni virtuose, che per cercare di non sforare il budget, hanno ridotto drasticamente le spese.
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