Concorsi interni, una chimera

«Quando si parte col piede sbagliato è poi difficile rimettersi in carreggiata. È quello che sta accadendo alla Regione Lazio con i concorsi interni per il passaggio di livello di circa 400 dipendenti di stanza in via Cristoforo Colombo, dove ha sede la giunta». Lo denuncia Fabio Desideri (Federazione dei Cristiano popolari), vicepresidente della commissione Urbanistica del Consiglio regionale. «Dopo la nostra denuncia – spiega – sui quiz sbagliati e corretti più volte, le prove per i passaggi di livello b-c-d si sono svolte comunque. Bene, a distanza di oltre 2 mesi, non si sa ancora chi sia stato promosso e chi no. Non solo». «Sono sorti dei problemi e non da poco – dice Desideri – sul passaggio di livello più ambito: quello alla categoria d. C’è una disputa, fra alcuni candidati e la commissione, riguardante l’articolo 8 del bando di concorso e il conteggio, nel punteggio finale, dell’anzianità maturata presso altri enti.

I lavoratori approdati alla Regione negli ultimi otto anni non avrebbero quindi la possibilità di rientrare in graduatoria, anche avendo ottenuto il massimo nella prova selettiva». Invece hanno a loro vantaggio una serie di normative e di sentenze del Consiglio di Stato, oltre ai termini contrattuali e alle prassi consolidate nelle precedenti selezioni.

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