Gaia Cesare
Lultima immagine che si ha di lui, prima della condanna alla pena capitale, è quella a braccia alzate, esultante, alluscita dallaula di un tribunale indonesiano. Era il 6 agosto 2003 e, in abito bianco, invocando il Corano, Imam Samudra, 33 anni, inneggiava allattentato compiuto il giorno prima contro lhotel Marriott di Giakarta. «Sono felice, grazie ad Allah, e lo sono ancora di più se è stato un musulmano a farlo». Allora le vittime furono dodici e il ricordo tornò agli attacchi del 2002, a quel 12 ottobre tragico per Bali, meta dei sogni per molti occidentali. Fu una strage: 202 vittime, in gran parte turisti americani e australiani. E fu linizio di una lunga scia di terrore, di cui lintegralista Samudra fu uno degli organizzatori, come ha dimostrato la condanna ai suoi danni proprio per lattacco terroristico di Bali.
Ora per lui cè una nuova accusa. Nonostante la pena di morte penda sul suo capo e si trovi oggi in un carcere di massima sicurezza, Samudra è riuscito a organizzare, anche dallinterno del braccio della morte, uno degli ultimi attacchi mortali sul suolo indonesiano: lattentato di Bali del 1° ottobre scorso, in cui persero la vita venti persone. Come ha potuto portare a compimento unimpresa del genere? Con laiuto del meglio della tecnologia moderna. Computer portatile e connessione senza fili come per i più efficienti manager. Sembra fantascienza, eppure è quanto ha reso noto ieri la polizia indonesiana. Con la complicità di una guardia, due «collaboratori» di Samudra, Muhammad Agung Prawobo, 23 anni, e Agung Setiadi, 31 anni, sono riusciti a recapitargli il pc direttamente in carcere.
Stavolta il compito dellintegralista, era quello di raccogliere fondi - ha dichiarato Petrus Golose, capo dellunità per i crimini informatici. «E il portatile gli permetteva di parlare senza restrizioni». Con il loro sito (www.ashar.net), ora oscurato, Samudra e i suoi complici attiravano nuovi adepti e soprattutto nuovi finanziatori in nome della Jihad. Solo larresto dei due giovani ha fermato il giro mortale, che contemplava persino la pubblicazione di dettagli accurati su come uccidere uno straniero.
Samudra è nato in un villaggio alla periferia di Serang (la parte occidentale di Giava), dove si pratica un Islam tollerante. Ma lui sembra essere cresciuto in un contesto ben più «fanatico», come avrebbero testimoniato alcuni vicini di casa della famiglia. Tanto da non sottrarsi allammissione di responsabilità per la strage sullisola indonesiana.
Esperto di computer, Samudra ha partecipato alla lotta dei talebani in Afghanistan, dove ha imparato a confezionare bombe.
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