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Il conduttore di «X Factor» diventa eroe dei diritti umani

PROTAGONISTA Daoud Sediqi ha 29 anni: «Combatto con la musica invece che con le armi»

Cantano, debuttano in tv e vincono grazie a una valanga di sms degli 11 milioni di telespettatori che seguono come pazzi l’X Factor afghano. Ogni venerdì sera, soprattutto i giovani, dimenticano bombe e kalashnikov incollati davanti allo schermo che trasmette «Afghan Star». Un programma di successo di Tolo tv, il più importante canale afghano, che lancia ogni anno nuove stelle della musica. Non solo uomini, come vorrebbe la tradizione islamica, ma pure donne, che osano e si mettono a ballare sul palco facendo scivolare il velo. E per questo rischiano la vita. Le cantanti hanno ricevuto minacce di morte dai talebani. Non solo: l’X Factor afghano è stato bollato dal Consiglio degli ulema come un programma che «incoraggia l’immoralità, corrompe il popolo ed è contro la legge del Corano».
Nonostante strali e minacce «Afghan Star» va ancora in onda. «I soldati combattono con le armi. Io ho fatto lo stesso con la musica», rivendica il suo famoso presentatore fino alla scorsa stagione, Daoud Sediqi, 29 anni. La forza simbolica dell’X Factor afghano è stata scelta come esempio per la Giornata internazionale dei diritti umani. Ieri a Roma è stato proiettato, nella sala del Cinema, un documentario su «Afghan Star», grazie all’Organizzazione internazionale di diritto per lo sviluppo, la Cooperazione del ministero degli Esteri e il Comune. «I talebani arruolano i giovani per farli diventare terroristi suicidi. Con “Afghan Star” e la sua musica vogliamo distoglierli da questo incubo», spiega al Giornale Sidiqi. Il Francesco Facchinetti afghano ha chiesto asilo politico negli Usa, dopo la penultima edizione. Oggi lavora ad un programma radiofonico su «Voice of America» che va in onda per i giovani afghani. In Europa e a Roma presenta il documentario su «Afghan Star», che racconta la storia vera di alcuni degli idoli emergenti dell’X Factor di Kabul. Come Rafi Naabzada, il ragazzo di 19 anni che ha vinto l’edizione del marzo scorso. Faccia da bravo ragazzo, voce forte, che sostiene di cantare «per far tornare a vivere» la sua gente. A Mazar i Sharif, la grande città del nord, è stato accolto come un eroe dopo il successo.
Lima Sahar, 25 anni, è stata un’eroina di «Afghan Star». Una delle prime donne che ha osato presentarsi in Tv a cantare. Per di più pashtun originaria di Kandahar, l’ex capitale spirituale di mullah Omar, il leader guercio dei talebani. Lima ha dovuto girare a lungo con la scorta per le minacce di morte ricevute. La nuova eroina dell’X Factor afghano è Setara Hussainzada, 21 anni, di Herat, dove si trova il quartier generale del contingente italiano. Non solo si è presentata sul palco a cantare, ma ad un certo punto ha cominciato a ballare. Quando ha fatto scivolare pure il velo mostrando un trucco come le attrici indiane di Bollywood è scoppiato il finimondo. Minacciata di morte, ha dovuto nascondersi in una località segreta. La quinta edizione è cominciata in settembre e dopo la selezione di 1200 debuttanti sono rimasti in gara in 40. Ogni venerdì vengono trasmesse le sfide canore in Tv. Gli afghani partecipano alla competizione votando con gli sms e non a colpi di kalashnikov. Il sabato mattina tutti ne parlano, compresi i politici. «Il giorno dedicato ai diritti umani abbiamo voluto mostrare un volto poco conosciuto dell’Afghanistan – sottolinea Roberta Bonazzi dell’European foudation for democracy, che ha portato il documentario anche a Londra, Parigi e Berlino –. L’X factor afghano ci fa vedere giovani come noi, che vogliono ascoltare musica, ballare e cantare. Dobbiamo sostenerli nella loro voglia di vita normale».
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