Confalonieri critica il decreto Gentiloni: "Punisce Mediaset"

Il presidente del gruppo: "Il ddl è mirato a infliggere un danno a Mediaset e contrasta con i principi costituzionali e con i trattati Ue, restringendo uguaglianza e libertà d'impresa". Favorite Telecom e Sky. Il tetto alla pubblicità "è estraneo a ogni disciplina antitrust". Passaggio al digitale per il 2010

Confalonieri critica il decreto  
Gentiloni: "Punisce Mediaset"

Roma - Il ddl di riforma del settore televisivo è "palesemente mirato a infliggere un danno al gruppo Mediaset" e contrasta con i principi costituzionali e con i trattati Ue. Lo afferma il presidente di Mediaset, Fedele Confalonieri, nell'audizione sul ddl Gentiloni davanti alle commissioni cultura e trasporti della Camera. Il presidente del gruppo mette in dubbio la validità costituzionale del decreto, perché "a nostro vedere è un provvedimento palesemente puntato a indebolire Mediaset, imponendo ad esempio la migrazione di una rete sul digitale, senza ancoraggio con la diffusione dei decoder". Quindi in sostanza "restringe l'uguaglianza e la libertà d'imprese difese da art. 3 e 41 costituzionali". Sospetto d'incostituzionalità è poi l'art. 2, che stabilisce la soglia del 45% nei ricavi pubblicitari. Secondo Confalonieri "l'indicazione per via legislativa di un tetto alla pubblicità è estranea ad ogni disciplina antitrust. Le motivazioni devono essere tecniche, non politiche, e per questo ci sono autorità preposte".


La pubblicità tolta a Mediaset non andrà alla carta stampata Non serve al pluralismo, né a fare entrare altri soggetti nel mercato, né alla redistribuzione delle risorse pubblicitarie dalla tv alla stampa "di cui la Fieg parla da 30 anni senza mai poter dimostrare questo principio". Il presidente Mediaset smonta così tutti i fondamenti del ddl Gentiloni. A suo avviso è "incondivisibile totalmente che la restituzione delle frequenze possa favorire altri soggetti. Gli entranti dovrebbero prima trasmettere in analogico, poi dopo tre anni l'analogico spira con delle spese insostenibili. In più l'esclusione di Rai, Mediaset e Telecom Italia media è ingiusta". I limiti anticoncentrativi nel digitale della legge "sono più onerosi e sono misure non necessarie". Se "questa norma fosse legge Mediaset non potrebbe offrire offerta a pagamento sul digitale". Per quanto riguarda l'Auditel, il ddl per Confalonieri crea "un'auditel di Stato, di cui mi sfuggono completamente le motivazioni. Il nostro sistema ha gli standard più elevati d'Europa". Ma spiega che "c'è totale disponibilità Mediaset a rimanere a disposizione dell'Agcom per eventuali suggerimenti". Il "vantaggio per Telecom a cui i limiti vengono tolti", anche se a suo avviso il soggetto "maggior beneficato della proposta governativa è Sky che potrà permettersi di raccogliere pubblicità senza limiti". Ma le risorse pubblicitarie che verranno tolte a Mediaset non andranno alla stampa. "Sono trent'anni - dice Confalonieri - che la Fieg sostiene questo principio senza poterlo dimostrare, mentre è certa la non sostituibilità dei mezzi tv e stampa nella pubblicità: in altre parole effetti depressivi sul versante della raccolta tv non comportano l'innalzamento di quelle della stampa". Viceversa potranno esserci effetti negativi, ha detto il presidente di Mediaset, sull'industria dell'audiovisivo italiana: il gruppo ha investito 220 milioni in fiction nel 2006, ha ricordato a tale proposito Confalonieri.

Digitale terrestre Il passaggio alla tecnologia digitale "è possibile nel 2010, data indicata anche dalla Francia e da altri paesi europei. Il termine era il 2008, penso che si possa fare nel 2010, credo che potrebbe essere utile per tutti".

 È per "scelta politica" che il governo non ha difeso la nostra legislazione sulle frequenze nei confronti di Bruxelles: lo ha detto il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri che ha ricordato come "l'Europa ha contestato il trading temendo che si riproducesse la posizione dell'analogico ma questo - ha detto - doveva essere contestato" poiché la legge sul trading delle frequenze "è stato un modo intelligente per partire" sul digitale terrestre. "Noi le frequenze che abbiamo comprato le abbiamo digitalizzate, abbiamo messo le torri degli impianti e fatto tutto il necessario: non è casuale che altri operatori abbiano detto 'no grazie' non ci interessa".

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