da Milano
Manca una settimana al cda del 25 settembre di Telecom. E il dibattito sulla rete si riapre. Ieri ne hanno parlato il presidente dellAntitrust e quello dellAgcom, aprendo allopportunità dello scorporo. Quello che sembra certo è che in questa fine estate, dopo il crollo del titolo Telecom che si è dimezzato fino a valere un euro, hanno preso forma i contorni del prossimo futuro. Quello che lad Franco Bernabé comincerà a delineare giovedì prossimo nel cda: da una parte litalianità del gruppo, ribadita da Berlusconi e dal governo anche al presidente di Telefonica (socio industriale del gruppo), Cesar Alierta. E litalianità passa per la sicurezza della rete. Dallaltra un eventuale innesto di nuovi soci (in Telecom o, appunto, nella rete), quali per esempio i fondi sovrani, con lipotesi libica che resta in primo piano.
Ieri si è tornato a parlare di una società ad hoc per la rete, culla della futura infrastruttura di nuova generazione, alla quale partecipino soggetti industriali e finanziari con lobiettivo di non lasciare lex monopolista solo davanti a un investimento insostenibile. Lipotesi di una società per la realizzazione della rete è stata avanzata davanti alla Commissione Trasporti della Camera sia dal presidente dellAutorità per le tlc, Corrado Calabrò, sia da quello dellAntitrust, Antonio Catricalà.
Entrambi gli organismi di controllo spingono da tempo in due direzioni: da una parte la tutela della concorrenza e lapertura delle infrastrutture a tutti gli attori presenti sul mercato in unottica di attenzione ai prezzi e ai consumatori; dallaltra la spinta agli investimenti soprattutto per le nuove reti (si parla di una cifra tra 8 e 15 miliardi).
Alla prima esigenza, ha spiegato Calabrò, Telecom e Autorità stanno rispondendo con la creazione di Open Access (lo scorporo «funzionale» già varato per una gestione della rete in rame più trasparente). Per la seconda, invece, i problemi non mancano. Telecom Italia, ha infatti ricordato Calabrò, «non ha un cash flow sufficiente per destinare agli investimenti nella nuova rete le somme necessarie». Inoltre «si potrebbe ipotizzare la costituzione di una società dedicata alla realizzazione ed alla posa della rete in fibra ottica», con «la partecipazione azionaria di investitori finanziari e industriali, pubblici e privati». Un invito in questa direzione arriva anche da Catricalà, secondo cui Telecom «potrebbe decidere di costituire una nuova società cui attribuire la titolarità della rete, che resterebbe sotto il proprio controllo», nella quale però non potrebbero trovare spazio altri operatori telefonici, ma soggetti come «fondi, provider, produttori di contenuti».
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