da Istanbul
Anche per questa volta la situazione sul confine nord iracheno è stata salvata in extremis, ma adesso la Turchia pretende che si passi dalle parole ai fatti. La Conferenza dei Paesi confinanti con lIrak, che doveva discutere dei problemi del Paese, si è trasformata in una riunione demergenza sulla situazione del confine turco-iracheno. La conclusione dei lavori ha visto il rinsaldarsi dellasse Ankara-Bagdad-Washington e la promessa di nuove e più chiare relazioni fra gli esecutivi di Recep Tayyip Erdogan e Nouri al Maliki.
Questultimo ieri ha auspicato che lincontro di Istanbul sia linizio di una nuova era per le relazioni con la Turchia. «Siamo pronti a combattere i terroristi - ha detto Al Maliki -. Il nostro desiderio è rendere il nostro Stato ancora più solido e sappiamo che la presenza di terroristi lo indebolisce. Linvio di missioni diplomatiche è stata la risposta più importante per noi del fatto che la Turchia vuole risolvere insieme il problema». Al Maliki ha aggiunto che ora lIrak è più forte e pronto a fronteggiare il terrorismo.
Il ministro degli Esteri di Bagdad, Hosyar Zebari, ha parlato di incremento delle truppe di stanza nella zona, di aumenti dei posti di blocco e di lotta agli appoggi logistici del Pkk. Zebari ha anche garantito «pieno appoggio e collaborazione con la Turchia per la sicurezza del confine turco-iracheno e per tutelare la popolazione che vive nella zona». Se Erdogan ha chiesto «soluzioni rapide ed efficaci» per risolvere la crisi, il ministro degli Esteri turco, Ali Babacan, ha parlato chiaro. «Non voglio pensare alle proposte fatte dal governo di Bagdad come semplici propositi ma come fatti concreti. Ritengo che il dialogo e la diplomazia siano senza dubbio la prima via da percorrere, ma la seconda è lintervento armato, e in questo momento le opzioni sono ancora tutte sul tavolo. La Turchia potrebbe decidere di avvalersene, dipende dalla situazione». Insomma, sospiro di sollievo sì, ma con moderazione. Ora in Turchia tutti guardano alla visita che il premier Erdogan farà a Washington e che si concluderà domani.
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