Confermati i domiciliari per D’Erme

D’Erme & Co. torneranno agli arresti domiciliari. Lo ha deciso, ieri, la Corte di Cassazione bocciando, di fatto, il ricorso presentato dall’ex consigliere comunale e leader dei disobbedienti romani e convalidando, invece, la misura cautelare già stabilita nel gennaio del 2005 dal gip del Tribunale di Roma su istanza dei pm Vitiello e Palaia. I reati? Rapina aggravata e lesioni. Fatti che risalgono ai blitz di «spesa proletaria» del 6 novembre 2004 al Panorama di Pietralata e alla Feltrinelli di largo Argentina. Centocinque no-global finirono nel registro degli indagati per avere fatto irruzione nei due megastore riempiendo i carrelli e pretendendo di non pagare alle casse. «Era il giorno di lotta al precariato - si difende D’Erme - e simili azioni erano state fatte in altre parti d’Italia».

D’Erme è indagato anche per associazione a delinquere finalizzata alle okkupazioni selvagge attraverso Action, la sedicente agenzia per il diritto alla casa i cui legali hanno chiesto come teste a favore l’«amico» Veltroni.

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