Dopo quello che hanno definito «l'incontro farsa» con l'assessore alla mobilità di Milano Edoardo Croci, i sindaci dell'hinterland dettano le condizioni. Ventuno esponenti dell'amministrazione della cintura meneghina, che si sono riuniti a Sesto San Giovanni, hanno infatti approvato ieri pomeriggio un documento nel quale chiedono che sia immediatamente convocato un incontro tra Regione, Provincia, comune di Milano e i comuni dell'hinterland «per affrontare in modo coordinato il problema della mobilità nell'area milanese e degli interventi necessari a contenere l'inquinamento».
Messe da parte le polemiche e le minacce di introdurre «dazi di passaggio e parcheggi per i residenti», resta lopposizione al ticket come formulato finora. Sindaci e assessori, però, si dicono «non totalmente contrari allidea di un pedaggio d'ingresso». Achille Taverniti, sindaco di San Donato Milanese e vice presidente dell'Anci ritiene, infatti, che «i punti di preclusione al traffico non devono necessariamente coincidere con i confini milanesi». I primi cittadini si dicono però convinti che prima di introdurre la pollution charge a Milano si debba «dar corso rapidamente a una serie di interventi di potenziamento del trasporto pubblico, intensificare l'utilizzo della rete ferroviaria regionale, mettere in atto un piano parcheggi che non penalizzi i comuni limitrofi a Milano e mettere in atto una politica parificata tra trasporto pubblico meneghino e quello dell'area metropolitana».
Quattro condizioni «prioritarie per non gettare nel caos i comuni confinanti con il capoluogo». Tutti i sindaci presenti hanno infatti, sottolineato i problemi di viabilità con i quali sono costretti a convivere: Sesto San Giovanni con i 70mila veicoli che ogni giorno transitano nell'ex Stalingrado, Cinisello stretta tra l'A4, la tangenziale nord e viale Brianza, i pendolari di Segrate che a volte devono aspettare i treni per un'ora, Bresso che lamenta la mancanza di linee di superficie, le amministrazioni a sud di Milano alle prese con il traffico proveniente dal Lodigiano e dal Cremonese. «Il problema dell'inquinamento non è prerogativa di Milano - tuonano i sindaci - per questo è necessario incontrarsi e affrontare la cosa con pari dignità tra tutti i territori sotto l'egida delle istituzioni sovracomunali».
Riprende così con più vigore dall'ex Stalingrado d'Italia la rivolta dei sindaci dell'hinterland contro la pollution charge. Se tutti i primi cittadini si sono dimostrati concordi nel sottoscrivere le quattro priorità per sconfiggere l'inquinamento, la posizione del sindaco di Cinisello Balsamo Angelo Zaninello, che ha chiesto formalmente «la sospensione di ogni provvedimento unilaterale nel merito del ticket» è quella è invece che ha scatenato più resistenze, tanto che l'esponente di Rifondazione è uscito dall'aula per poi rientrarvi una decina di minuti dopo. I 21 sindaci si sono comunque dimostrati soddisfatti dell'esito della riunione. Il padrone di casa Giorgio Oldrini non ha voluto prendere in considerazione l'eventualità che Milano prosegua sulla strada del ticket. «È una questione di buon senso: le nostre richieste sono talmente ragionevoli, che non è possibile non tenerne conto».
Immediata però la reazione del consigliere regionale dei Verdi, Carlo Monguzzi. «Che delusione. Di fronte all'unica iniziativa concreta ci aspettavamo più disponibilità da parte dei sindaci dei comuni dell'hinterland».
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