Congo, un giornalista belga rapito dai guerriglieri Mai-Mai

Thomas Scheen, 43 anni, corrispondente dall'Africa per la Faz è stato rapito a Kiwanja domenica dai miliziani Mai-Mai, truppe irregolari schierate al fianco dei governativi contro i ribelli. I Tutsi di Nkunda proseguono la loro avanzata: conquistata un'altra città

Congo, un giornalista belga 
rapito dai guerriglieri Mai-Mai

Kinshasa - Un giornalista belga è stato rapito nella provincia del Nord Kivu, all’estremità orientale della Repubblica Democratica del Congo. Lo ha confermato un portavoce del ministero degli Esteri di Bruxelles, Francois Delhayen, dopo che il quotidiano francofono Le Soir aveva fornito per primo la notizia della sparizione di Thomas Scheen, 43 anni, da anni corrispondente dall’Africa per il giornale tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. Scheen è stato catturato due giorni fa a Kiwanja, villaggio situato alle porte di Rutshuru, un’ottantina di chilometri a nord del capoluogo provinciale Goma. A sequestrarlo sarebbero stati miliziani Mai-Mai del gruppo "Pareco", una formazione armata irregolare responsabile di numerosi misfatti contro la popolazione civile, occasionalmente alleati con le truppe governative congolesi.

Combattimenti La zona del rapimento è la stessa dove dall’altroieri sono in atto furiosi combattimenti tra Mai-Mai e ribelli del Cndp, il congresso nazionale per la difesa del popolo guidato dal generale rinnegato Laurent Nkunda. "Sembra che le richieste dei sequestratori non siano di natura puramente politica, ma ancora non è del tutto chiaro" ha affermato il portavoce ministeriale. "Contatti sono in corso con gli individui coinvolti nella cattura, o comunque in grado di contribuire al rilascio dell’ostaggio" ha aggiunto. Parrebbe dunque un rapimento a meri fini di estorsione, ma Le Soir ha fornito una diversa versione: per liberare Scheen, i Mai-Mai pretenderebbero infatti il completo ritiro delle forze del Cndp dal circondario di Rutshuru.

Cadaveri a Kiwanja I soldati della missione di pace Onu hanno trovato molti corpi di civili massacrati in un villaggio occupato dai ribelli di etnia Tutsi. Un fetore di morte aleggiava su Kiwanja quando i giornalisti e le truppe dell’Onu sono entrati nel villaggio, dove i ribelli fedeli al generale Laurent Nkunda, ieri avevano cacciato le milizie filogovernative Mai-Mai e indotto la popolazione a fuggire in preda al terrore. Almeno una dozzina di corpi di maschi adulti, cinque solo in una casa, erano visibili tra quello che resta dei muri di fango e i sottili tetti in lamiera dopo le fiamme, forse scaturite dopo colpi di granata.

Avanzano i ribelli Si sono impadroniti di un'altra città nella provincia del Nord Kivu i ribelli del Cndp: si tratta di Nyanzale, situata circa 150 chilometri a nord di Goma. Lo ha reso noto da Kinshasa il tenente colonnello Jean-Paul Dietrich, portavoce del comando militare della Monuc, la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica Democratica del Congo. Secondo l’ufficiale dell’Onu, le forze del Cndp hanno attaccato le truppe delle Fardc, l’Esercito regolare, e dopo averle costrette alla fuga "hanno preso il controllo del centro cittadino".

Il portavoce dell’Onu ha quindi accusato gli uomini di Nkunda di aver "violato il cessate-il-fuoco" che essi stessi avevano unilateralmente proclamato una settimana fa, dopo essere stati respinti dagli elicotteri da combattimento fatti alzare in volo dalla Monuc per proteggere Goma dalla loro avanzata.

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