Cronache

Il consiglio comunale si spacca sul carretto del netturbino

Il consiglio comunale si spacca  sul carretto del netturbino

(...) sul netturbino seduto al bar anziché avvinghiato al suo carretto nell'alba sammargheritese. È il sindaco De Marchi a schizzare i tratti della storia, anche se a portarsi via agganciato al suo scooter, intorno alle 6.30, il carretto «abbandonato» è stato l'assessore Bernardin. Niente «Amici miei» (tanto caro a Bernardin), solo che «nel nostro giro mattutino - ricostruisce il sindaco - abbiamo trovato il carretto della pulizia. Non riuscendo a rintracciare l'addetto che pare fosse in un bar piuttosto lontano da lì, abbiamo pensato trattarsi di oggetto smarrito da riportarsi in sede».
De Marchi coglie l'episodio in valore assoluto, «non voglio neppure sapere chi sia il netturbino, ma non possiamo fare differenze di tolleranza rispetto al lavoro». Non fa una piega, ma il consigliere Pdl Chiarelli insorge: «Bernardin è un politico, non doveva acchiapparsi il carretto, ma chiamare il dirigente di riferimento». E il consigliere Balsi rincara: «Stavolta Bernardin l'ha fatta grossa, l'unico che si immola per lui è il sindaco. Nessun rispetto per l'operatore». Con il consigliere Bottino che suggella: «Siamo abituati alle birichinate di Bernardin, speriamo non ne faccia più». Ma l'assessore al personale Chioggia bolla la polemica come strumentale: «Nessuna persecuzione contro il netturbino; Bernardin poteva lasciare il carretto sul posto, è vero, ma un carretto abbandonato può voler dire tante cose». Qui l'esegesi trascende; tocca a De Marchi ri-focalizzare sulla «produttività»: «Quello che offende i lavoratori è vedere che non c'è differenza tra che fa e chi non fa; il punto è che la cultura del lavoro in Italia s'è venuta sfilacciando». La seduta evidentemente soprattutto politica, che approva anche il nuovo regolamento di video sorveglianza che porta le attuali 18 telecamere a 40 col passaggio da bassa ad alta definizione. Ma i rumor della minoranza s'innescano alla dichiarazione di voto del consigliere di maggioranza Cattoni che confida nel posizionamento di video camere in zone sensibili, tipo quelle adiacenti ai pub. In forza di quel principio di «sicurezza», no? Beh, il centro destra storce il naso. Mica finita, che il sindaco, in nome della «imprenditorialità», minaccia ricorso al TAR contro la Regione sul Piano Urbanistico Demaniale nel caso l'istanza di riesame fosse respinta. (E la minoranza mugugna). In sostanza il Comune vuole rinunciare al ruolo di concessionante per le spiagge libere e chiede alla Regione di attribuirle direttamente ai concessionari bypassando ente e lungaggini burocratiche, nella salvaguardia proprio del tessuto imprenditoriale: «Un funzionario regionale - insiste De Marchi - non può per valutazione ideologica cassare la decisione del consiglio.

La nostra è una scelta tecnicamente corretta».

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