Si bisbiglia, in seno a quella Santa Margherita dalle orecchie lunghe e un po' malandrine, che due assessori siano arrivati alle mani durante un recente vertice di maggioranza. Ammesso che il pettegolezzo abbia un fondo di verità, «Al centro la città» pare essere riuscita a nascondere i cocci sotto il tappeto: a spaccarsi durante il consiglio comunale di giovedì sera sul Porto, infatti, è stata solo la minoranza. Sul tavolo spiccavano le contro-deduzioni alle osservazioni presentate da privati cittadini e associazioni sul prolungamento di quel molo di sopraflutto che, ad oggi, è l'unico lotto di lavori previsto e finanziato. Una ghiotta occasione per fare il punto della situazione dopo le ormai note critiche di Renzo Piano al progetto di riordino complessivo: «squadrato, perfetto ma assolutamente pericoloso, perché è troppo grave che il porto diventi un deposito invernale di imbarcazioni». O meglio: «un porto fotocopia di mille marine senz'anima», come si legge nella lettera inviata a Francesco Maria Ortona, portavoce del sodalizio cittadino da tempo in prima linea contro il «restyling» dell'approdo griffato Carlo Berio. C'è di che preoccuparsi, e non solo perché «in un lungo colloquio telefonico - rincara la dose lo stesso Ortona - Piano mi ha anche segnalato il rischio di un disastroso aumento del moto ondoso all'esterno del porto».
L'autorevole critica dell'architetto genovese ridimensiona il valore e la credibilità delle valutazioni tecniche e di impatto ambientale della Regione Liguria, inducendo a sospettare che la salvaguardia del paesaggio rivierasco sia aggrappata all'impatto mediatico di interventi tanto superni sotto il profilo intellettuale quanto politicamente estemporanei. Scivolano sulla graticola, per di più, presunte verità sull'insostituibilità dei moli di sottoflutto, che Piano annuncia di poter pensionare attraverso «una diga di soffolta senza impatto ambientale, pontili capaci di assorbire la forza dell'onda utilizzando materiale speciale», o ancora «ormeggi su boa con allargamento della possibilità di ormeggiare in rada». «Diverse soluzioni o più soluzioni insieme».
Il capogruppo di Borgo di Mare Alessandro De Giovanni, storico sostenitore di un riassetto integrale dell'approdo, avrebbe voluto proporre la sospensione della pratica in attesa di un nuovo tavolo di concertazione, quello proposto da Claudio Burlando dopo il grido d'allarme misto dolore di Piano. MA al fianco di De Giovanni si è schierato il solo Marco Marchi, mentre Emanuele Cozzio, Mauro Ravera e Claudio Vezzali hanno voluto procedere ad ogni costo con la votazione. «Condivido le controdeduzioni del Comune - ha spiegato Ravera - Non ravviso alti impatti ambientali e temo che la proposta di Burlando sia frutto di una precisa strategia politica: quella del consenso».
Si sono votate le contro-deduzioni, ma l'assenso di De Giovanni è stato condizionato da un ordine del giorno che impegna il Comune a concordare il nuovo tavolo tecnico-istituzionale.
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