"Un consiglio straordinario per fare i conti col passato"

Il capogruppo Fi Luca Bernardo: "Si parli di Ramelli, Fausto e Iaio. Ma temo un'altra campagna sul pericolo fascista"

"Un consiglio straordinario per fare i conti col passato"
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Luca Bernardo, capogruppo di Forza Italia in Comune. Alla commemorazione di Sergio Ramelli, militante del Fronte della Gioventà ucciso 50 anni fa da Avanguardia Operaia, il sindaco Sala ha proposto di intitolare una via a tutti i giovani vittime del terrorismo di quegli anni, un gesto di pacificazione. Cosa ne pensa?

«Ho apprezzato. Come capogruppo e personalmente mi batto da tempo per superare gli steccati ideologici del Novecento. E propongo un'iniziativa di pacificazione che deve tenersi a Palazzo Marino, la sede istituzionale della città Medaglia d'Oro della Resistenza, protagonista di tante lotte sociali ma anche di troppe morti innocenti nel suo passato».

Cosa propone?

«Si convochi un Consiglio comunale straordinario su questo tema, facciamo i conti con il passato, dal caso Ramelli all'omicidio di Fausto e Iaio (militanti del centro sociale Leoncavallo, ndr.). Parta da Milano un'azione autentica di pacificazione, invitiamo anche autorità nazionale e si discuta insieme, destra e sinistra, arrivando a una conclusione positiva e di pace col passato. Non vuol dire che non dobbiamo ricordare e commemorare, ma abbassare gli steccati e trovare un equilibrio».

Il corteo di estrema destra per Ramelli si è chiuso ancora con i saluti romani.

«Non è accettabile, da condannare. I ragazzi che fanno il saluto romano si diano pace e capiscano che il 1945 non esiste più, siamo nel 2025».

Verdi e Sinistra bocciano la proposta di Sala perchè «mette tutti sullo stesso piano», il Pd è cauto. Invece il presidente FdI del Senato La Russa come lei si è detto «estremamente d'accordo» I partiti della maggioranza fanno più fatica ad abbassare i famosi steccati?

«Oggi parliamo di Ramelli, che non era un picchiatore, non aveva mai alzato una mano, scrisse solo un tema di denuncia contro le Br, ma come vice della Commissione Antimafia con il presidente Pd Pantaleo avevo chiesto di riaprire le indagini su Fausto e Iaio. Verità e giustizia anche per loro. Sono totalmente contrario alle posizione di Avs e sento spesso dai banchi della maggioranza parole di odio nei confronti del centrodestra. Giorni fa abbiamo lasciato per protesta l'aula perchè una consigliera Pd sosteneva che al governo ci sono fascisti. Il mio timore è che i prossimi due anni, verso il voto per le Comunali, alcuni personaggi continueranno a fare campagna urlando contro il pericolo fascista. La città non se lo merita, è stanca della politica fatta in questo modo, poi diserta il voto».

A proposito del dopo Sala, nel centrodestra si è aperto il dibattito tra nome politico o della società civile. Da ex candidato civico nel 2021, oggi cosa pensa?

«Assolutamente meglio un civico, e non si può calare un nome dall'alto, deve emergere dall'ascolto delle categorie. Sala era un manager, anche Albertini e Moratti non avevano tessere».

Col senno di poi, consiglia ai partiti di accelerare la scelta?

«La mia candidatura è stata balneare. Presentato dal centrodestra a luglio, si votò a settembre contro quello che allora era un colosso della comunicazione: Sala correva per il bis, era famoso per Expo. Io ero noto come medico ma totalmente sconosciuto nella politica, all'inizio pensavano si fosse candidato mio fratello Maurizio Bernardo (ex assessore Fi). Ma ci ho messo la faccia volentieri, la mia lista è arrivata davanti a Noi Moderati di Maurizio Lupi, che stimo, a distanza di pochi punti da Fi. E ho voluto dimostrare che quando si perde si rimane comunque in aula a lavorare per la città. Poi, come prof universitario e direttore di una clinica per bambini (Medicina dell'Infanzia al Fatenebefratelli Sacco), non mi metto certo a urlare con i cartelli in aula, anche se fa più scena e porta ad avere più foto sui giornali..».

L'urbanistica è nel caos, ora si sono dimessi anche 4 membri della Commissione Paesaggio del Comune sotto inchiesta.

«Fi è e sarà e sarà sempre garantista. Lasciamo che le autorità competenti facciano chiarezza. Nel frattempo non sia Milano a pagarne le conseguenze, con un immobilismo che porta solo danni a economia e lavoro».

Dossier San Siro, sarà la volta buona?

«Me lo auguro e spero che Sala venga lunedì in aula

a riferire sulla chiusura del bando per la vendita. Al di là dello stadio, il progetto serve a mettere in sicurezza il quartiere, a rigenerare le case popolari, a creare indotto economico e attrarre turismo dall'estero».

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