«Un Consiglio tutto su gay e trans» Proposta Idv, ma Pdl e Pd frenano

Il vento è cambiato, e con esso le priorità. In una città che non sembra mostrare una propensione alla discriminazione, il tema (serissimo) dei diritti delle persone omosessuali è tornato al centro dell’attualità politica: prima il patrocinio comunale al gay pride, ora un consiglio provinciale tutto dedicato al tema dell’omofobia e della transfobia. È il consigliere dell’Idv Luca Gandolfi a proporlo: «Quello che viene dalla giunta Pisapia col patrocinio al pride di Milano è un segnale positivo - premette -. Ora tocca alla Provincia fare la sua parte. Chiediamo al presidente Guido Podestà di dare un segnale di apertura. Le istituzioni, chiunque sia a guidarle, hanno il dovere di lavorare per costruire una società in cui vi sia pluralismo e armonia anche tra chi ha diversi modi di vivere o di pensare». La proposta di Gandolfi è in campo da mesi: la Giornata internazionale contro l’omofobia e la transfobia era fissata al 17 maggio. Poi la questione è stata rinviata per la ravvicinata scadenza elettorale. «Ora che i vari impegni elettorali si sono conclusi - afferma Gandolfi - è tempo di stabilire una data per questo importante consiglio monotematico dedicato alla Giornata contro l’omofobia e la transfobia, a cui siano chiamate a partecipare tutte le associazioni attive sul territorio che si occupano in vario modo delle problematiche dell’universo Glbt (gay, lesbiche, bisessuali e transgender, ndr)». «Le violenze sono sempre da condannare - conclude - ma quelle che si fondano su pregiudizi o discriminazioni sono particolarmente esecrabili e segno di inciviltà. È importante che la Provincia si dimostri parte attiva in questa battaglia di civiltà». La presidente della commissione Pari opportunità, la leghista Agnese Tacchini, è favorevole: «Non credo negli show, ma ho già portato la mia solidarietà a un’iniziativa dell’Arcigay, molto sobria. Mi hanno spiegato che il problema esiste per esempio nelle scuole, e credo che un’istituzione come la nostra debba fare la sua parte sensibilizzando». «Non mi sono confrontata col mio capogruppo e non so cosa ne pensino nel Pdl, loro hanno i ciellini e sono più spaventati da certi temi. Io non sarei coerente col mio ruolo se avessi un atteggiamento discriminatorio».
Cauto il presidente del Consiglio Bruno Dapei (Pdl): «La conferenza dei capigruppo ha deciso di rinviare e non c’è stato un sì o un no. Bisogna pensarci bene, capire qual è la proposta e l’orientamento dei gruppi». «Certo - aggiunge - la nostra istituzione non è insensibile ai temi civili e sociali, ricordo però che la Provincia ha compiti amministrativi precisi, non ha potere legislativo, bisogna stare attenti a non invadere altri ambiti e ricordo che sono molto rari i casi di Consigli aperti. Se dovessimo acconsentire a tutte le richieste in tal senso non basterebbero i giorni dell’anno». «Da liberale - spiega Dapei - non ho veti né tabù, però per senso di responsabilità dobbiamo evitare anche che il Consiglio diventi teatro di rappresentazioni specie se provocatorie o pittoresche». Il vicepresidente, Ezio Casati, del Pd, è scettico: «Parlarne non fa che bene. Può essere un’occasione di arricchimento e conoscenza - premette - da qui a dire “dedichiamo una seduta intera”...».

Insomma «non è uno scandalo - dice Casati - ma dobbiamo dare il giusto peso e la giusta misura alle cose. Credo che il luogo sia la commissione e che il Consiglio possa discutere dei documenti presentati nell’ambito di una normale seduta».

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